Frammenti di Schubert e Bruckner
Claudio Abbado a Lucerna con due sinfonie
Recensione
classica
Con due sinfonie romantiche incompiute Claudio Abbado e la sua Lucerne Festival Orchestra si sono congedati dal loro pubblico in Svizzera. E la bacchetta di Abbado ha trasformato il concerto in un addio particolarmente malinconico.
Rimane un grande enigma la "Settima Sinfonia" di Franz Schubert, non portata a termine per ragioni sconosciute. Il primo movimento comincia con un pianissimo dei violoncelli e contrabbassi che evoca un'atmosfera inquietante. Abbado ha scelto tempi particolarmente lenti, come già si poteva notava nell'Eroica di Ludwig van Beethoven diretta nel primo programma a Lucerna. Anche il suo Schubert sembra un viaggio verso una dimensione sempre più interiore della musica. Il brano è segnato da contrasti e momenti di rottura, eppure con Abbado anche le dissonanze fanno parte di uno sviluppo organico. E' stato un concerto memorabile grazie al suono compatta degli archi e all'eccellenza dei fiati che caratterizzano l'orchestra creata dieci anni fa dallo stesso Abbado.
Della "Nona Sinfonia" di Anton Bruckner, dedicata a Dio, Abbado ha dato una interpretazione sublime che rendeva giustizia a uno dei capolavori sinfonici del tardo romanticismo. Dopo il lunghissimo primo movimento e lo Scherzo demoniaco e martellante l'esecuzione finisce con un Adagio che si spegne in uno struggente pianissimo. A questo brano pervaso dalla tristezza Abbado dà un' emozionante interpretazione utilizzando soltanto le parti della sinfonia finite da Bruckner prima della sua morte. Con l'Adagio che svanisce nel nulla, portando con sé qualsiasi speranza, il direttore lascia alla sinfonia il suo mistero. Grandi applausi e 'standing ovation' nella sala bianca del KKL.
Orchestra: Lucerne Festival Orchestra
Direttore: Claudio Abbado
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
Saltata la prima per tensioni sindacali, il Teatro La Fenice inaugura la stagione con un grande Myung-Whun Chung sul podio per l’opera verdiana
classica
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento