"Fierrabras" in nome di Abbado
Peter Stein porta di nuovo l'opera di Schubert in scena
Recensione
classica
Con le donne in niqab e i cristiani sgozzati dai saraceni, l'attualità irrompe (involontariamente) sulla scena di Salisburgo. Peter Stein, certo, non l'aveva previsto. In un’epoca di messinscene conformiste, che vanno dal concettuale a buon mercato al trash volgare destinato a far sobbalzare i piccoli borghesi, la sua regia ci offre una lettura originale del capolavoro di Schubert e non mancherà di far dimenticare la produzione del tutto mancata di Claus Güth. Le scene di Stein, completate dai costumi d’Annamaria Heinreich, ci immergono nell’universo delle stampe settecentesche: si tratta di un racconto, ispirato all’epopea medievale in cui i cristiani di Carlo Magno, in bianco, affrontano i musulmani di Boland, in nero. Il ricorso alle pitture su teli ricorda i teatrini di marionette, genere ancora popolare a Salisburgo così come nel resto del mondo germanico. Particolarmente riuscita, all’atto II, la scena della prigione, in cui Florinda osserva la battaglia che dilaga intorno. Un gioco di luci permette allo spettatore di passare da dentro a fuori la torre. La tradizione italiana – l’opera è stata composta nel 1823, un anno dopo il soggiorno di Rossini a Vienna – si congiunge con quella dell'"opéra à sauvetage” alla francese.
Le voci non potranno certo far dimenticare la splendida versione di Claudio Abbando, alla cui memoria questa produzione è dedicata dalla direzione del festival, ma raccolgono la sfida con brio. Va reso omaggio al fiero impegno della Florinda di Doronthea Röschmann e, soprattutto, alla prodezza e al lirismo dell'Eginhard di Benjamin Bernheim, che domina la serata. La direzione d'Ingo Metzbacher, piena di tensione e di contrasti, dà vita a questa partitura, troppo spesso definita (impropriamente) come anti-drammatica.
Interpreti: Michael Shade (Fierrabras), Julia Kleiter (Emma), Benjamin Bernheim (Eginhard), Doronthea Röschmann (Florinda), Markus Werba (Roland), Gerog Zeppenfeld (re Carlo), Peter Kalman (Boland).
Regia: Peter Stein
Scene: Ferdinand Wögerbauer
Costumi: Annamaria Heinreich
Orchestra: Wiener Philharmonilker
Direttore: Ingo Metzmacher
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