Estatico Feldman
Milano Musica apre con un concerto dedicato a Luciana Pestalozza
Recensione
classica
Il concerto di apertura della Ventiduesima stagione di Milano Musica, dedicata alla memoria di Luciana Pestalozza, ha il sapore di una cerimonia privata alla quale ci si ritrova per puro caso, con l'imbarazzo di chi non è stato invitato. Sono le note fantasmatiche di Ceneri di Marcello Abbado, prodotte sul pianoforte con una bacchetta di legno e con un gancio metallico, a dare subito questa curiosa impressione, rafforzata dalla bellissima Rothko Chapel di Feldman, vero cuore di questo concerto impaginato in maniera convincente intorno ad una religiosità di ampio respiro perfetta per le volte della Basilica di San Simpliciano a Milano. Il brano fu composto per essere eseguito in una cappella privata dove la musica sarebbe entrata in contatto (emotivo ma anche fisico) con l'opera del pittore americano, particolarmente amata da Feldman. Con un organico essenziale (qui l'ottima viola di Geneviève Strosser, celesta, percussione, coro, soprano e contralto) si tratteggia uno spazio di riflessione intenso nei suoi momenti melodici e particolarmente evocativo nell'attenzione riservata alle dinamiche; e se è vero che la famosa Rothko Chapel dove fu eseguita per la prima volta aveva altre dimensioni (Feldman disse: «il suono è più vicino, più a contatto con l'ascoltatore di quanto non sia in una sala da concerto»), tuttavia si può dire che l'ascolto intriso di riverbero di San Simpliciano rendesse ancora più estatica l'atmosfera del concerto. Solo con la Via Crucis di Liszt, eseguita con serenità ma senza troppi brividi da La dolce maniera sotto la direzione di Luigi Gaggero con Ljuba Moiz al pianoforte, l'idea di liturgia si addensava attorno ad una forma intellegibile (e lingusticamente moderna) che attenuava il ritegno con il quale ci si era accostati al concerto.
Interpreti: Geneviève Strosser, viola Ljuba Moiz, pianoforte e celesta
Direttore: Luigi Gaggero, direttore
Coro: La dolce maniera
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