Alcune opere nascono sfortunate. "Rosamunde", ripescata a Schwetzingen dopo 230 anni di oblio, può considerarsi tale. Nonostante la cura messa dal compositore Anton Schweitzer e dal librettista Christoph Martin Wieland, per una serie di circostanze avverse, non ultima una certa antipatia per un soggetto biograficamente imbarazzante per il committente, il principe elettore Carlo Teodoro, non certo campione di virtù coniugali così come, nell’opera, il fedifrago re Enrico Plantageneto, attratto più dalla fresca Rosamunde che dalla matura consorte Eleonora, amanticida per gelosia. Prima il debutto rinviato di due anni per la morte di Massimiliano di Baviera e le complesse vicende diplomatico-dinastiche che ne seguirono, poi il debutto a Mannheim nel 1780 seguito da due sole repliche, e infine il lungo sonno dopo il trasloco a Monaco della corte con orchestra al seguito. Le vicende storiche ebbero quindi la meglio sulla sapiente partitura di Schweitzer, molto ammirato al tempo dal più giovane Mozart. In effetti le scalmane di Eleonora fan pensare all’Elettra del quasi contemporaneo “Idomeneo”, così come i virginali languori di Rosamunde fan pensare quelli di Pamina (e qualcuno suggerisce che è forse Mozart a somigliare a Schweitzer!).
A Schwetzingen l’opera trovava in Jan Willem de Vriend un concertatore appassionato, capace di dare il giusto rilievo all’elaborato tessuto strumentale, complici gli ottimi strumentisti del complesso della radiotelevisione di Stoccarda. In scena, una distribuzione con più di una debolezza (su tutte, l’anodino Christoph Genz) ma anche molti punti di forza (specialmente l’energica prova di Sarah Wegener, la migliore in campo). All’insegna della leggerezza la regia di Herzog, che infarciva di gag una drammaturgia priva di vero sviluppo.
Note: Coproduzione del Festival SWR di Schwetzingen con il Theater Dortmund e il Deutsche Nationaltheater di Weimar. Rappresentazioni: 20, 22, 24 e 25 maggio 2012.
Interpreti: Eleonore Marguerre (Rosamunde), Sarah Wegener (Königin Eleonore), Christoph Genz (König Heinrich), Morgan Moody (Belmont), Johann-Werner Prein (Ritter vom Turm), Julia Amos (Emma), Anke Briegel (Lucia)
Regia: Jens-Daniel Herzog
Scene: Frank Hänig
Costumi: Sibylle Gädeke
Coreografo: Ramses Sigl
Orchestra: Radio-Sinfonieorchester Stuttgart des SWR
Direttore: Jan Willem de Vriend
Coro: Philharmonischer Chor Klausenburg (Cluj)
Maestro Coro: Uwe Sochaczewsky