Boccadoro per flauto

Sentieri selvaggi presenta "Box of Paints", commissione della Società del Quartetto

Recensione
classica
Società del Quartetto Milano
21 Gennaio 2014
Nelle orecchie riecheggia la struggente malinconia di “Mi votu e mi rivotu”, la melodia siciliana che Cristina Zavalloni regala come secondo bis a cappella, riallacciandosi all’atmosfera del minuto di raccoglimento per Claudio Abbado che aveva aperto la serata. E pensare che il concerto si era appena concluso su tutt’altra nota, con i frizzanti gorgheggi dell’Azerbaijan Love Song, replicato a sottolineare la maiuscola interpretazione dei “Folk Songs” della cantante bolognese. Mai come stavolta “Sentieri selvaggi” è un nome e un programma, un viaggio tutto italiano attraverso gli antipodi di compositori come Gentilucci e Berio, Einaudi e Boccadoro, tenuti insieme dal filo milanese di cui Ghedini, che di Berio fu maestro, è la scintilla originaria. La compagine guidata da Boccadoro rispolvera un brano delicato, luminoso e pastorale dell’austero maestro. Che l’ensemble sia in gran spolvero è ugualmente avvertibile in “Le clessidre di Dürer” di Gentilucci, gemma livida e tuttavia di grande suggestione, mai arida o cerebrale, e in “Apple Tree” di Einaudi, un cavallo di battaglia per l’ensemble che vi imprime un groove da consumata rock band. È il momento di “Box of Paints”, la commissione della Società del Quartetto a Boccadoro, un concerto-bonsai per flauto e ensemble in quattro sezioni che si apre con sapori quasi indocinesi, con le percussioni trattate da giocattoli che fanno e disfano le volute del flauto in sol. La sezione centrale affidata al flauto in do è cucita su misura sulla tecnica della bravissima Paola Fre, il tessuto dell’organico si fa più coeso per sfociare in un Allegro Molto di grande virtuosismo timbrico e ritmico: tutti a capofitto a inseguire l’ottavino, per poi dissolversi sul suono di una campanella. Come a dire: la ricreazione è finita, bambini.

Note: Programma: Giorgio Federico Ghedini "Adagio e allegro da concerto" (1936) per flauto, clarinetto, corno, arpa, violino, viola, e violoncello; Armando Gentilucci "Le clessidre di Dürer" (1985) per clarinetto, violino, violoncello e pianoforte; Ludovico Einaudi "The Apple Tree" (1995) per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte; Carlo Boccadoro "Box of Paints" (2014, prima assoluta) per flauto e ensemble; Luciano Berio "Folk Songs" per voce e 7 strumenti; Bis: "Azerbaijan love song", "Mi votu e mi rivotu". Organizzatore: Società del Quartetto di Milano Conservatorio "Giuseppe Verdi" di Milano

Interpreti: Cristina Zavalloni, soprano Sentieri selvaggi: Paola Fre (flauto), Mirco Ghirardini (clarinetto), Dimer Maccaferri (corno), Elena Gorna (arpa), Andrea Dulbecco e Luca Gusella (percussioni), Piercarlo Sacco (violino e viola), Paolo Fumagalli (viola), Aya Shimura (violoncello), Andrea Rebaudengo (pianoforte)

Orchestra: Sentieri selvaggi

Direttore: Carlo Boccadoro

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