Bach Networks
Brunello e Caine a Napoli
Recensione
classica
Bach Networks, dialogo in duo violoncello e pianoforte - Mario Brunello ed il jazzista americano Uri Caine, questo il titolo del concerto in programma all'auditorium di Castel Sant'Elmo per la stagione di concerti dell'Associazione Alessandro Scarlatti di Napoli, che come consuetudine propone in cartellone progetti musicali che spaziano con gusto tra forme e generi vari. Una premessa è dovuta. Forse, ad intitolare un programma dedicato a musiche di J. S. Bach, certamente, ma anche dello stesso Caine, sarebbe stato meno pretenzioso un "Baroque Networks". Così più che due autori in una rete di relazioni - due linguaggi: la musica antica barocca ed il jazz contemporaneo, quale è stata la loro performance. Non chiediamoci quindi il significato "intellettuale" di questo progetto musicale, ponendoci semplicemente dalla prospettiva del musicista, il suo piacere di far musica ed il pubblico di goderne - la sala poi mostrava una dicotomia di audience: anziani abbonati, giovani improvvisatori adepti. Durante tutto il concerto la pratica dell'improvvisazione si insinua, seppur di rado e solo nei movimenti lenti e nelle code finali, in partiture di sonate per viola da gamba e clavicembalo (BWV 1027, 1028, 1029) revisionate ed editate, diramandosi poi nelle composizioni per pianoforte solo di Caine, le quali più che improvvisazioni o invenzioni sembravano divertimenti, un gioco salottiero. Sarebbe stato completo e sorprendente se Brunello avesse fatto lo stesso con il suo violoncello nella suite BWV 1009 che ha aperto il concerto. A riguardo, il musicologo di turno, nell'intervallo avrebbe riportato alla luce dibattiti tra Scheibe e Birnbaum, o Musicalische Handleitung di Friedrich Neidt sulle ornamentazioni designate da Bach come stratagemmi ed esempi didattici di effettive improvvisazioni di basso continuo - commentando che proprio in queste pagine, seppur di danze, potrebbe rivivere la pratica dell'improvvisazione barocca. Intanto, virtuosismo puro nelle mani di Brunello attraverso un gesto che cuce fraseggio ed archetto l'uno con l'altro. Di pieno spirito introduttivo il preludio, danzante come si vuole l'allemanda, sobri i trilli e mordenti, poetica e di impeccabile intonazione ed espressività la sarabanda, poderosa la gigue. Caine invece conclude la prima parte con una "improvvisazione per pianoforte" - inizia con il tema ben riconoscibile delle variazioni Goldberg, e subito via: trasfigurazioni modali e ritmiche, ricerche di armonizzazioni e progressioni lontane dal barocco (o forse vicine usate solo in modo diverso), a volte più lirico, poi sempre più swing. Non sbeffeggia Bach: lo trasforma in altro, con altri linguaggi. Quel tema è solo un pretesto per liberare la sua fantasia di esecutore-improvvisatore in nuovi stimoli sonori ed armonici. Ma la vera emozione è proprio il ritorno, verso il finale, di quel meraviglioso tema di Bach, che ne rivela tutta la sua forza espressiva. Ciò che rende questo progetto interessante è che lo stile di Caine è percepibile anche nella seconda parte in duo con il violoncellista, nelle sonate ancora di Bach. Entrambi senza scadere in gigionerie affrontano queste composizioni con rigore ed autorevolezza, interpretando i movimenti lenti con delicati e soavi rallentando, il tessuto polifonico sempre ben intrecciato - meno affiatati solo nei movimenti più vivaci. Si congedano dal pubblico con un corale ovviamente di Bach in cui Brunello dipinge intensi vibrati, e con un bis preludio di Gershwin, apparso però fuori tema - nonostante anche lui di jazz se ne intendesse.
Note: Associazione Alessandro Scarlatti - Auditorium Castel Sant'Elmo, Napoli
Interpreti: Uri Caine - pianoforte Mario Brunello -violoncello
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