C'è poco dell'incosciente leggerezza dell'"Austria felix" nella nuova "Arabella" firmata da Christoph Loy, così come in quella "cosa fine, allegra, sentimentale" – come lo stesso Strauss immaginava la sua opera – prevalgono i toni elegiaci. L'impianto scenico concepito da Herbert Murauer è una sequenza di interni silenziosi che, scivolando lentamente in un lento movimento orizzontale come di un transatlantico, trascolorano nel bianco e nel nero assoluti. Nei prediletti spazi vuoti, Loy racconta l’ultima e la più borghese delle opere del sodalizio Hofmannstahl-Strauss secondo l'alfabeto di segni che gli è caro: le geometrie dei movimenti, gli spazi disegnati dai corpi. Un metodo che, specie in quest'opera, stride talvolta con la sontuosa opulenza della partitura straussiana che talora vorrebbe altro che non le costruzioni studiatissime (e vagamente laide) che Loy immagina specie nell'algido (suo) secondo atto.
C’è poca festa anche nella direzione musicale di Sebastian Weigle, che privilegia tempi distesi, quasi solenni, che esaltano anche in buca la dimensione crepuscolare e intimistica. Più che la lettura avvincente, il suo punto di forza è la cura estrema del cesello strumentale che una Frankfurter Museumorchester in stato di grazia realizza in modo ammirevole. Buona, nel complesso, la non facile distribuzione che vanta in Anne Schwanewilms una solida protagonista, più convincente vocalmente che scenicamente. Fin troppo esuberante ma approssimativo il Mandryka di Robert Hayward, mentre Richard Cox è un Matteo piuttosto impacciato. Ottimi i tre conti-spasimanti disegnati con divertita eleganza da Peter Marsh, Districh Volle e Florian Plock. Bene tutti gli altri. Spettacolo comunque di classe festeggiato da applausi calorosi e numerose chiamate a tutti gli interpreti.
Note: In cooperazione con Göteborgs Operan. Altre rappresentazioni: 29 gennaio, 1, 4, 8, 14, 26 febbraio e 1 marzo 2009
Interpreti: Alfred Reiter (il conte Waldner), Helena Döse (Adelaide), Anne Schwanewilms (Arabella), Britta Stallmeister (Zdenka), Robert Hayward (Mandryka), Richard Cox (Matteo), Peter Marsh (il conte Elemer), Dietrich Volle (il conte Dominik), Florian Plock (il conte Lamoral), Susanne Elmark (la Fiakermilli), Barbara Zechmeister (una cartomante), Florian Rosskopp (Welko), Victor Tsevelev (Djura), Ingo Ziegler (Jankel), Jan Polewski (un cameriere d'albergo)
Regia: Christof Loy
Scene: Herbert Murauer
Costumi: Herbert Murauer
Coreografo: Thomas Wilhelm
Orchestra: Frankfurter Museumorchester
Direttore: Sebastian Weigle
Coro: Chor der Oper Frankfurt
Maestro Coro: Matthias Köhler
Luci: Reinhard Traub