"Akhmatova" per orchestra
A Bastille la nuova opera di Bruno Mantovani
Recensione
classica
Finisce con il pubblico osannante. Non si tratta di “Rigoletto” con Alagna. Ma di una “prima” assoluta: “Akhmatova”. Che l’Opéra di Parigi ha commissionato al 36enne Bruno Mantovani. E il libretto è di Christophe Ghristi, braccio destro del sovrintendente, Nicholas Joel, che ha firmato la regia.
L’opera è un omaggio alla poetessa russa, vittima della Rivoluzione del 1917 e lentamente riabilitata solo dopo la morte di Stalin. Dalla disgrazia impostale dal regime comunista fino all’uscita di prigione del figlio Lev, il libretto ripercorre le tappe principali di una biografia d'eccezione. Quella di Ghristi è una scommessa: non costruire un vero testo drammatico, ma esporre quadri di vita vissuta, spingendo il linguaggio nel registro realistico e a momenti giornalistico. Racconta una storia a parole sue Ghristi che non è sempre mimeticamente la stessa di quella di Mantovani.
Stando dalla parte del pubblico, si ha la percezione di una sovrapposizione di due livelli, quello testuale e quello musicale. Che da Monteverdi in poi, possono in fin dei conti procedere parallelamente.
Mantovani racconta la sua storia, servendosi non tanto (e non solo) della voce, ma soprattutto dell’orchestra, protagonista dell’opera. Difficile, d'altra parte, non approfittare di un centinaio di strumentisti diretti del bravissimo Pascal Rophé.
Il cast è pienamente all’altezza della circostanza, a cominciare dai due primi ruoli: Janina Baechle (Anna Akhmatova) e Atilla Kiss-B (Lev Goumilev).
La regia di Joel adotta per l’occasione uno stile epurato, dai colori freddi messi in risalto dalle luci. Il ritratto in bianco e nero della poetessa per mano di Modigliani è il filo d’Arianna della pièce, a cui cantanti e figuranti si tengono attaccati dall’inizio alla fine dello spettacolo.
Interpreti: Janina Baechle: Anna Akhmatova Atilla Kiss-B: Lev Goumilev Lionel Peintre: Nicolaï Pounine Varduhi Abrahamyan: Lydia Tchoukovskaïa Valérie Condoluci: Faina Ranevskaïa Christophe Dumaux: Il rappresentante dell'Unione degli scrittori Fabrice Dalis: Uno scultore, Un universitario inglese Ugo Rabec: un agente
Regia: Nicolas Joel
Scene: Wolfgang Gussmann
Costumi: Wolfgang Gussmann
Orchestra: Orchestre de l’Opéra national de Paris
Direttore: Pascal Rophé
Coro: Chœue de l’Opéra national de Paris
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