L’intenso Schumann di Roberto Abbado

A Parma un bel concerto con Mischa Maisky e la Filarmonica Arturo Toscanini

Roberto Abbado, Mischa Maisky, Filarmonica Arturo Toscanini (foto Luca Pezzani)
Roberto Abbado, Mischa Maisky, Filarmonica Arturo Toscanini (foto Luca Pezzani)
Recensione
classica
Parma, Auditorium Paganini
Roberto Abbado, Mischa Maisky, Filarmonica Toscanini
27 Marzo 2024 - 28 Marzo 2024

Offerto in un doppio appuntamento ospitato presso l’Auditorium Paganini di Parma, il concerto che ha visto Roberto Abbado alla guida della Filarmonica Toscanini, affiancato dal violoncello di Mischa Maisky, ha restituito un intenso percorso disegnato attraverso alcune significative pagine di Robert Schumann, che hanno trovato in questa occasione una lettura decisamente pregnante ed efficace.

Roberto Abbado, Mischa Maisky, Filarmonica Arturo Toscanini (foto Luca Pezzani)
Roberto Abbado, Filarmonica Arturo Toscanini (foto Luca Pezzani)

La serata è stata aperta dall’Ouverture di Genoveva, l’unica opera lirica composta da Schumann che ha visto il suo debutto a Lipsia nel 1850 e che in questa introduzione sinfonica ritrova tutti i caratteri che abitano la vicenda teatrale. Un condensato della ricerca compositiva e strumentale che il compositore nato a Zwickau andava sviluppando in quel momento della sua vita artistica e che la direzione di Abbado ha saputo tratteggiare con gusto attento ed equilibrato.

Roberto Abbado, Mischa Maisky, Filarmonica Arturo Toscanini (foto Luca Pezzani)
Roberto Abbado, Mischa Maisky, Filarmonica Arturo Toscanini (foto Luca Pezzani)

Un dato che è emerso anche dalla conduzione del successivo Concerto in la minore per violoncello e orchestra op. 129, pagina composta in quello stesso 1850, pubblicata quattro anni dopo e che ha visto la sua prima esecuzione solo nel 1860 presso il Gewandhaus di Lipsia. Qui il direttore ha guidato con gesto accuratamente misurato una Filarmonica Toscanini animata da una bella reattività attraverso i dialoghi con il violoncello solista, incarnato in questa occasione da un ispirato Mischa Maisky. Concentrato sulle trame espressive attribuite al suo strumento dalla pagina schumanniana, l’artista lettone ha attraversato i tre movimenti di questo concerto con una intensità vibrante e introspettiva, capace di evidenziare i caratteri più interni e reconditi di una pagina che lo stesso compositore ebbe a descrivere come un “pezzo sereno” in una lettera del novembre 1853 destinata all’editore Breitkopf & Hàrtel. Un approccio culminato nel movimento centrale, quel Langsam – adagio – in fa maggiore dove Schumann condensa uno dei momenti più ispirati della sua produzione e che Maisky ha saputo rileggere con pregnante intensità.

Roberto Abbado, Filarmonica Arturo Toscanini (foto Luca Pezzani)
Roberto Abbado, Filarmonica Arturo Toscanini (foto Luca Pezzani)

Nella seconda parte di questo programma esclusivamente schumanniano, con la lettura della Seconda Sinfonia op. 61 Roberto Abbado ha confermato il bel lavoro costruito con una compagine orchestrale capace di assecondare con efficacia le intenzioni interpretative che il direttore ha indirizzato verso uno scavo espressivo attento e misurato. Un approccio capace di offrire la variegata ricchezza di questa pagina sinfonica, sia nei momenti più vitali dell’Allegro vivace iniziale o dell’Allegro molto vivace finale, sia in quella pregnante melanconia che illumina il caratteristico tratteggio melodico dell’Adagio espressivo centrale.

Roberto Abbado, Filarmonica Arturo Toscanini (foto Luca Pezzani)
Roberto Abbado, Filarmonica Arturo Toscanini (foto Luca Pezzani)

Chi scrive ha seguito la prima delle due serate previste per questo concerto, dove il pubblico attento e palesemente soddisfatto ha tributato a tutti gli artisti impegnati calorosi applausi, ripagati alla fine della prima parte del programma da un bis bachiano offerto dal violoncello di Maisky.

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