Tempo Reale: la voce, che meraviglia

Phoné esplora il rapporto possibile tra voce e sonorità elettroacustiche, da Ceccarelli a Bussotti

Tempo Reale Festival 2021 - The Factory PRD
Foto The Factory PRD
Recensione
classica
Firenze, Limonaia di Villa Strozzi
Tempo Reale Festival 2021
14 Settembre 2021 - 22 Settembre 2021

Luigi Ceccarelli, il maestro

Si esce dal concerto, con il quale Tempo Reale apre il Festival 2012 – Phoné dedicato alla sperimentazione vocale – con una positiva sensazione dentro, che la prospettiva della ricerca musicale, in questo caso quella elettroacustica, possa contare su forze nuove per il futuro.

Capita spesso che concerti legati ai risultati didattici di laboratori risultino passerelle incolori e neutre, così non è stato alla Limonaia di Villa Strozzi di Firenze. Si è subito percepito che dietro i brevi materiali proposti, pur diversi per forme e contenuti, c’è lavoro, approfondimento. Dieci mini-composizioni frutto di quattro giorni di laboratorio, dove si è scandagliato le potenzialità straordinarie della voce rispetto all’ambiente elettroacustico come rispetto alla parola (brani in gran parte tratti da La libellula di Amelia Rosselli ma anche da Giovanni Pascoli).

Laboratorio diretto dalla maestria di Luigi Ceccarelli che sul rapporto tra voce e sonorità elettroacustiche vanta un percorso unico, affiancato dalla voce di una sua collaboratrice storica Elena Bucci. Questa scelta non poteva che dare buoni frutti. Anche se strutturalmente diversi i lavori, ora lineari e ingenui, ora complessi e problematici, pur nella limitatezza temporale, riescono spesso a creare mediazioni, contrasti, adesioni, significative in rapporto alla parola sia come significato intrinseco che elemento ritmico. Il suono sintetico gioca da sottofondo ma anche da contraltare del puro aspetto fonico della parola, lo sfida, spesso questo incontro-scontro sviluppa una tensione spaziale di notevole interesse.

In chiusura due opere di Ceccarelli, Notte d’inverno da Quattro pezzi su poesie di G. Pascoli (2007) per voce e suoni elaborati digitalmente, che molto ci dice sul rapporto con la parola, in una tensione narrativa poetica e ritmicamente estraniante. Ci sorprende in particolare Tupac Amaru-la deconquista, il pachacuti (2007), opera musicale da un poema di Gianni Toti. Dal taglio epico, si snoda in un affresco mosso che ci ricorda, tra voci e movimenti di masse sonore, la vicenda tragica dei guerriglieri Tupac Amaru in nome della liberazione dell’America Latina dalle dittature. Un’opera politica che non cade nei rischi di facili retoriche ma esalta, attraverso una complessa struttura narrativa, valori umani e ideali ancora attuali.        

Apology: un atto d’amore verso la danza

Presso la Fondazione Stibbert di Firenze si mette in scena uno degli eventi più stimolanti di Phoné, all’interno del progetto 90BUSSOTTI Ascolti e visioni su Sylvano Bussotti, che assume un carattere diverso dopo l’improvvisa scomparsa del compositore.

Il Tempo Reale Electroacoustic Ensemble (Monica Benvenuti coordinamento e voce-Luca Paoloni violino-Umi Carroy pianoforte-Jonathan Faralli percussioni-Francesco Giomi elettronica) sonorizza dal vivo Apology un lungometraggio muto girato nel 1972 a Berlino da Bussotti durante una residenza artistica. Con Rara Film (1965-69), dall’estremo taglio sperimentale, Apology appresenta una pietra miliare nel rapporto del maestro con l’immagine filmica. Un sognante viaggio nella danza, nel rapporto corpo movimento, un quasi scavare nella carne, nel muscolo teso verso il gesto, lo slancio. Ma il corpo è sensualità, erotismo. E Bussotti che mai ha nascosto la propria omosessualità, anzi l’ha sbandierata in anni non facili come elemento culturale di scandalo, parte della propria poetica, non rinuncia a mostraci il nudo maschile con lo sguardo del desiderio come del coreografo che in una visione non accademica cerca in esso la sublimazione del gesto.

Monica Benvenuti, con Cathy Berberian una delle muse di Bussotti, su Apology stende un collage musicale di grande impatto. Usando lo stesso metodo usato dal maestro per Rara Film mette insieme materiali differenti, scritti da Bussotti in periodi diversi cercando un filo ideale con l’immagine, non colonna sonora ma impasto emotivo con essa.  D

al sussurrato …studia sempre…studia sempre…che la maestra consigliava all’impertinente ma sensibilissimo Silvanino è tutto un susseguirsi di mondi sonori coinvolgenti, astratti, sognanti, melodici, la vita di Bussotti ci scorre dentro come in un grande affresco. La Benvenuti non solo può contare su una voce unica ed emozionante, che il maestro ha sempre amato fin dalla famosa La Passion selon Sade di Madrid del 2004, ma anche su una formazione che conosce bene quei materiali garantendo contemporaneamente rigore e una libertà creativa, che le partiture grafiche di Bussotti regalano.

Una bellissima serata, un lavoro di Tempo Reale e Monica Benvenuti che aderisce culturalmente e mirabilmente all’immaginifico mondo di Sylvano Bussotti, che molto ci mancherà.     

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