Nelle orecchie riecheggia la struggente malinconia di “Mi votu e mi rivotu”, la melodia siciliana che Cristina Zavalloni regala come secondo bis a cappella, riallacciandosi all’atmosfera del minuto di raccoglimento per Claudio Abbado che aveva aperto la serata. E pensare che il concerto si era appena concluso su tutt’altra nota, con i frizzanti gorgheggi dell’Azerbaijan Love Song, replicato a sottolineare la maiuscola interpretazione dei “Folk Songs” della cantante bolognese.
Mai come stavolta “Sentieri selvaggi” è un nome e un programma, un viaggio tutto italiano attraverso gli antipodi di compositori come Gentilucci e Berio, Einaudi e Boccadoro, tenuti insieme dal filo milanese di cui Ghedini, che di Berio fu maestro, è la scintilla originaria. La compagine guidata da Boccadoro rispolvera un brano delicato, luminoso e pastorale dell’austero maestro. Che l’ensemble sia in gran spolvero è ugualmente avvertibile in “Le clessidre di Dürer” di Gentilucci, gemma livida e tuttavia di grande suggestione, mai arida o cerebrale, e in “Apple Tree” di Einaudi, un cavallo di battaglia per l’ensemble che vi imprime un groove da consumata rock band. È il momento di “Box of Paints”, la commissione della Società del Quartetto a Boccadoro, un concerto-bonsai per flauto e ensemble in quattro sezioni che si apre con sapori quasi indocinesi, con le percussioni trattate da giocattoli che fanno e disfano le volute del flauto in sol. La sezione centrale affidata al flauto in do è cucita su misura sulla tecnica della bravissima Paola Fre, il tessuto dell’organico si fa più coeso per sfociare in un Allegro Molto di grande virtuosismo timbrico e ritmico: tutti a capofitto a inseguire l’ottavino, per poi dissolversi sul suono di una campanella. Come a dire: la ricreazione è finita, bambini.
Note: Programma: Giorgio Federico Ghedini "Adagio e allegro da concerto" (1936) per flauto, clarinetto, corno, arpa, violino, viola, e violoncello; Armando Gentilucci "Le clessidre di Dürer" (1985) per clarinetto, violino, violoncello e pianoforte; Ludovico Einaudi "The Apple Tree" (1995) per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte; Carlo Boccadoro "Box of Paints" (2014, prima assoluta) per flauto e ensemble; Luciano Berio "Folk Songs" per voce e 7 strumenti; Bis: "Azerbaijan love song", "Mi votu e mi rivotu".
Organizzatore: Società del Quartetto di Milano
Conservatorio "Giuseppe Verdi" di Milano
Interpreti: Cristina Zavalloni, soprano
Sentieri selvaggi: Paola Fre (flauto), Mirco Ghirardini (clarinetto), Dimer Maccaferri (corno), Elena Gorna (arpa), Andrea Dulbecco e Luca Gusella (percussioni), Piercarlo Sacco (violino e viola), Paolo Fumagalli (viola), Aya Shimura (violoncello), Andrea Rebaudengo (pianoforte)
Orchestra: Sentieri selvaggi
Direttore: Carlo Boccadoro