Due protagoniste per Berlioz
Grande spettacolo per Les Troyens diretta da Pappano alla Scala
Recensione
classica
Coprodotto col Covent Garden, l'Opera di Vienna e quella di San Francisco, Les Troyens è al momento lo spettacolo meglio riuscito della stagione scaligera. Merito di Antonio Pappano, per prima volta in buca alla Scala, che ha saputo infondere all'orchestra un'energia composta, con ottimo equilibrio fra le parti e grande trasparenza. E merito anche delle due straordinarie protagoniste. Nella Prise de Troie la Cassandre di Anna Caterina Antonacci, qui mezzosoprano di assoluta padronanza vocale, il cui spirito profetico diventa gesto straniante e drammatico. E la Didon di Daniela Barcellona che nei Troyens à Carthage fa la parte della leonessa, specie quando è sola perché la regia la costringe ad amoreggiare con Enée seguendo schemi prevedibili e statici. Gregory Kunde infatti è protagonista di voce squillante, ma non dimentica mai di fare il tenore in scena. Il regista David McVicar, che indubbiamente firma un bellissimo spettacolo, è attento ai grandi effetti scenici, assai meno a guidare i singoli personaggi. Nella prima parte ha trasposto l'azione all'epoca di Napoleone III, dalle divise si direbbe durante la Guerra di Crimea, ma solo per abbellire la vetrina, non per ragioni drammaturgiche. Comunque la messa in scena è affascinante, coerente e fila via che è un piacere. Impressionante l'apparizione del gigantesco cavallo, composto da pezzi di cannone, ruote e ferraglie varie; poco felice invece quando il lugubre puzzle diventa nel finale un pupazzone per profetizzare l'avvento di Annibale vendicatore. Bella anche la scenografia di Cartagine, con un'architettura disposta ad anfiteatro che ricorda la yemenita San'a' con al centro il plastico della città in costruzione. Qualche perplessità invece per le coreografie, specie quella dei bambini troiani che giocano alla guerra che disturbano l'orchestra strillando, come la disturbano i saltimbanchi cartaginesi che sottolineano con urla i loro esercizi. Mentre la meravigliosa pagina sinfonica della caccia e del temporale è accompagnata purtroppo da un confuso saettare di arcieri, un correre di ballerini a quattro gambe in postura canina e un fuggire di ballerine cerbiatte. Da segnalare un piccolo incidente durante la canzone di Hylias (Paolo Fanale) perché per un attimo è scattata la registrazione di una voce d'oltretomba.
Al termine grandi applausi per tutti, specie per Pappano e i tre protagonisti e, per una volta tanto alla Scala, anche per il regista.
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