L'analitico Chung
La serata Ravel apre la stagione della Filarmonica della Scala

Recensione
classica
Migliore inaugurazione della stagione dell'Orchestra Filarmonica della Scala non poteva esserci. Per la gioiosità del programma dedicato a Ravel, ma soprattutto per la presenza di Myung-Whun Chung sul podio. Auspicata da tempo e attesissima. La serata si è aperta con un'esemplare Ma mère l'Oye, dalle sonorità cristalline e cesellate. Brano insidioso perché lascia ogni stumento allo scoperto, ma non c'è stato un attimo d'insicurezza o d'imprecisione. Di seguito la Suite numero 2 di Daphnis et Chloé, anche questa in una esecuzione d'impeccabile poesia, a riprova che l'ottimo rapporto del maestro coerano con la Filarmonica non è mai venuto meno, tanto da ottenere leggerezza anche nei passaggi più virulenti del grande organico. Il pubblico in sala non ha accolto la prima parte del concerto col calore che avrebbe meritato (che Ravel sia ancora ostico alle orecchie degli abbonati?). Ha riservato invece applausi entusiastici all'ultimo brano in programma, Quadri di un'esposizione di Musorgskij nell'orchestrazione di Ravel. La lettura di Myung-Whun Chung è stata analitica, ineccepibile. Le veniali sbavature di qualche stumento solista non hanno guastato l'assoluta lucidità dell'interpretazione.
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