L'inquieto Piotr
Anderszewski chiude in bellezza il VII Festival Ciani
Recensione
classica
Inquieto è l'aggettivo che utilizza Bruno Monsaingeon per descrivere Piotr Anderszewski nel suo film del 2008, vero e proprio documentario sentimentale sulla personalità del pianista polacco. E inquieto Anderszewski lo è, nelle due facce del suo significato. Da una parte nella consuetudine di riproporre nei bis dei suoi recital quel pezzo del programma che non è riuscito come avrebbe voluto, spiegandolo precisamente al pubblico, e dall'altra in quella ricerca continua nei timbri del pianoforte e nel significato delle partiture. E se la prima inquietudine palesa la sua umana vulnerabilità, la seconda lo rende un pianista eccezionale. La sua esibizione all'Alexander Girardi Hall di Cortina del 10 agosto scorso ha raggiunto le più alte sfere. Seguendo un percorso ciclico da Bach (Suite francese n.5) a Bach (Suite Inglese n.3) passando per la Fantasia di Schumann e Sul sentiero di rovi di Janacek, il suono si crea dal nulla per dipingere linee polifoniche senza fine. Perché proprio la polifonia, accanto alla bellezza del tocco e alla cantabilità realmente vocale, è il grande dono di Anderszewski, sapientemente condotta nelle pagine bachiane e riscoperta ad arte negli altri autori. Impossibile trovare il compositore che più gli si addice, perché di tutti i brani trova la chiave di lettura perfetta. Bach ammalia nelle lentezze cristalline come nei turbini di sedicesimi che sono acqua fresca, pioggia purificatrice. Janacek seduce nelle intimità della cultura slava, punto di contatto tra autore ed interprete nella loro comune provenienza geografica. Schumann avvince nel suo inquieto anelito al Paradiso che implica il passaggio obbligato attraverso tutte le cantiche dantesche. In un mare di pianisti e di concerti, basterebbe ascoltare solo Piotr Anderszewski. Peccato che in Italia lo si veda poco. Da non perdere il suo recital a Milano per le Serate Musicali il prossimo 3 febbraio 2014.
Interpreti: Piotr Anderszewski, pianoforte
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