Un Falstaff alla Amarcord
A Salisburgo trionfa Maestri, assecondato dai Wiener
Recensione
classica
La casa di riposo per artisti "G. Verdi" a Milano è lo scenario di questo "Falstaff". È lì che ha ambientato l’opera Michieletto che gioca sulla confusione: quella tra i cantanti e i personaggi interpretati, quella tra il passato e il presente, quella tra il sogno e la realtà. Il “vecchio John” è addormentato sul divano del salone dopo essersi scolato una buona bottiglia e, a poco a poco, lo spazio si anima: la memoria prende il sopravvento e l’opera comincia. Falstaff è in abiti di tutti i giorni che alludono alla routine di un presente piuttosto grigio, gli altri sono invece in costume di scena. La quotidianità del vecchio baritono è abitata da ricordi. Per lo spettatore il riferimento va subito a “Quartet” di Dustin Hoffman, per Michielietto piuttosto a “Il bacio di Tosca” di Daniel Schmid. Certo il regista ha corso qualche rischio (deve reggere per tre atti con la scelta di una scena fissa), ma alla fine la sua lettura funziona: ha il merito di conferire a questo "Falstaff" un tono onirico che rende l'eroe eponimo affatto triviale (e certo non lo è per Boito e Verdi).
Certo, è molto merito di Ambrogio Maestri, un Falstaff ideale: un’immedesimazione scenica e attoriale che contagia. Da un atto all’altro, si finisce per credere che non si possa fare meglio. Bravissimo pure Massimo Cavalletti a dispetto di qualche esitazione all’inizio. E poi arriva il tenore Javier Camarena: un Fenton pieno di sensualità, una vocalità rotonda, mai forzata.
Ed è proprio questa sensualità dei toni che emerge dalla fossa con i Wiener Philharmoniker sotto la direzione di Zubin Mehta. Un impasto orchestrale pieno che mette in risalto la ricchezza della partitura senza mai coprire le voci. Una pagina orchestrale resa con la finezza e la precisione di un'esecuzione cameristica.
Interpreti: Ambrogio Maestri (Falstaff), Massimo Cavalletti (Ford), Fiorenza Cedolins (Alice Ford), Eleonora Buratto (Nannetta), Elisabeth Kulman (Mrs. Quickly), Stephanie Houtzeel (Mrs. Meg Page), Javier Camarena (Fenton), Luca Casalin (Dottor Cajus), Gianluca Sorrentino (Bardolfo), Davide Fersini (Pistola)
Regia: Damiano Michieletto
Scene: Paolo Fantin
Costumi: Carla Teti
Orchestra: Wiener Philharmonilker
Direttore: Zubin Mehta
Coro: Philharmonia Chor Wien
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