La danza di Testoni
In prima a Milano i suoi Frammenti per orchestra
Recensione
classica
«Nella mia vita personale sono circondato dalla danza. Mi considero fortunato ad avere un rapporto così stretto con questa disciplina perché considero tale esperienza un arricchimento della mia sensibilità artistica». Così Giampaolo Testoni a proposito della sua nuova composizione per orchestra eseguita in prima assoluta ieri sera al Teatro Dal Verme di Milano. Ma, aggiungiamo, non è solo una sensibilità nei confronti dell'impulso fisico del suono a modellare questo fertile lavoro: anche una viva attenzione per i timbri - che sembra fare il paio con Ravel, anch'egli presente in cartellone con Tzigane - per violino e orchestra - e un'inventiva melodica dal sapore Cajkovskijano in grado di tener desta l'attenzione per tutta la sentita esecuzione de I Pomeriggi Musicali diretti da Rossen Gergov (nella foto). Quando sul palco sale il giovanissimo violinista Yury Revich, invece, le cose si complicano in maniera non del tutto positiva, e lo slancio dei Frammenti di Testoni si perde nelle Arie Zigane op. 20 di Sarasate. Certo, le doti tecniche del russo ci sono eccome, e il languore nei cantabili non si fa aspettare, ma non si può non rimarcare che essere solisti non significa «suonare da soli», o peggio ancora «per sé stessi». Così, nella successiva Fantasia su 'Il Flauto Magico' di Mozart op. 54 dello stesso Sarasate, Rossen Gergov fatica a far collimare l'esuberante estro di Revich con l'orchestra, sia nella gestione dei tempi che negli attacchi. E l'impressione che si ricava dopo la conclusione della raveliana Tzigane è di un certo sollievo da parte del direttore bulgaro nel ritrovarsi di nuovo unico responsabile della riuscita della serata. Ma l'incanto iniziale ormai è perso e non rimane che concludere con una livida resa delle pur stimolanti Danze gitane di Joaquín Turina.
Interpreti: Yury Revich, violino
Orchestra: I Pomeriggi Musicali
Direttore: Rossen Gergov
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