Accademia russa
Temirkanov inaugura la Società del Quartetto
Recensione
classica
Sembrava di percepire una certa eccitazione l'altra sera sul palco della Sala Verdi del Conservatorio di Milano. La spiegazione è piuttosto semplice: alla guida della giovane Orchestra dell'Accademia Teatro alla Scala uno dei più celebri direttori del panorama musicale internazionale, Yuri Temirkanov. Non che siano mancate premiate bacchette alla guida della compagine scaligera nella sua ormai decennale storia, tutt'altro; ma la congiuntura fra il programma tutto russo (la "Suite dello Schiaccianoci" di Cajkovskij e i "Quadri di un'esposizione" di Musorgksij nell'orchestrazione di Ravel) e la provenienza geografica del noto direttore non è certo cosa da tutti i giorni. Questo chiarisce forse in parte certe nervose sbavature nell'esecuzione di Cajkovskij, in particolar modo negli attacchi, sia a livello del rapporto fra gruppi strumentali, sia all'interno delle singole famiglie. Pure, l'orchestra sa giocare bene le sue carte nei soli e mostra colori che pochi ensemble 'giovanili' possiedono in questa misura. Sciolta la tensione iniziale ecco invece un Musorgksij particolarmente sentito, energico nelle dinamiche, variegato nelle sfumature. Una composizione che sembra appositamente fatta per permettere ad un'orchestra di esaltare le proprie possibilità timbriche e dinamiche, com'è del resto tipico del genio raveliano in fase di arrangiamento. La risposta scaligera alla sollecitazioni di un giocondo Temirkanov meritano i calorosi applausi del numerosissimo – e, finalmente, variegato nell'età – pubblico convenuto. Peccato per la mancanza di bis, quel momento spensierato nel quale spesso i musicisti, finalmente liberi dall'ansia da prestazione, sanno far vibrare le corde del pubblico rivelando (forse persino meglio che nel programma ufficiale) le proprie genuine doti.
Orchestra: Orchestra dell'Accademia Teatro alla Scala
Direttore: Yuri Temirkanov
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