La magnifica intesa
Abbado e Pollini a Ferrara
Recensione
classica
La tournée europea di Abbado con l'orchestra del Festival di Lucerna ha avuto come ultima tappa Ferrara, per festeggiare la riapertura del Teatro Comunale dopo il terremoto: le lesioni erano leggere, non le spese per la messa in sicurezza definitiva. L'incasso del concerto è stato devoluto a queste ultime, per merito di tutti i musicisti che hanno rinunciato al loro cachet e del festival svizzero che ha sostenuto le spese di trasferta.
Il Concerto per pianoforte n. 17 di Mozart ha rivisto riuniti Pollini e Abbado in una intesa che ha sempre del miracoloso. Si aggiunga poi un organico dalle sonorità chiare e ferme, Pollini che si accompagna cantando in sordina e il continuo scambio di occhiate e sorrisi con Abbado. Davvero un'esecuzione mirabile per lucidità ed eleganza, capace anche di trasmettere allegria. Al termine ovazioni a non finire, col pianista visibilmente felice, che dapprima ha ringraziato l'amico direttore, poi il violino di spalla e solo in ultimo si è girato verso il pubblico.
Nessun intervallo tra i due tempi del concerto, solo un gran maneggio per allontanare il pianoforte e disporre nuovamente i leggii. L'orchestra è rientrata insieme con Abbado, che ha atteso pazientemente sul podio la fine delle accordature.
Non certo per osmosi musicale, ma una sorta di solare gioiosità si è trasfusa anche nella Prima sinfonia di Bruckner, Abbado ne ha controllato alla perfezione le grandi masse sonore, come ha sottolineato la leggerezza di alcuni passaggi (specie nel secondo tempo) e la trascinante festosità dello Scherzo. Il suo Bruckner dà l'impressione d'essere già un punto fermo nella storia delle recenti interpretazioni del compositore o di diventarlo in futuro, come lo è stato anni fa il suo Beethoven coi Berliner a Roma.
Forse, se il Teatro Comunale avesse messo a disposizione la copertura lignea del palcoscenico, per altro già sperimentata nei concerti di Ferrara Musica, si sarebbe sviluppato un impatto dinamico più diretto e trasparente verso la sala. Evitando un effetto "camino" sopra l'orchestra.
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