Considerando le magre risorse a disposizione e i tempi non certo prodighi di grandi voci rossiniane, aprire una stagione lirica con Semiramide è impresa temeraria. Una scommessa dalla quale il San Carlo esce con un esito, che pur senz’essere sensazionale, va accolto come segnale di ripresa dopo tre anni nei quali, aldilà dei proclami pubblicitari, il teatro ha prodotto pochissimo. Lo spettacolo riceve l’impronta più forte dalle mani esperte di Ronconi, il cui interesse è evidentemente centrato sulla relazione incestuosa fra Semiramide e Arsace. Una chiave di lettura che, minimizzando il coté politico e rimandando più propriamente ad archetipi del teatro classico, passa attraverso una spietata scarnificazione scenica: bandito tutto lo sfarzo della tradizione, ecco una scena fissa, con nude pareti attraversate da profonde crepe fra le quali fanno capolino capitelli e grandi specchi in frantumi; sul palcoscenico i protagonisti sono quasi sempre soli, presentati in una simbolica nudità, in pose statuarie, con movimenti affidati soprattutto a pedane scorrevoli. In termini drammaturgici si comprende la decisione di collocare il coro in buca, ma il risultato sonoro inevitabilmente ne soffre, così come soffre delle defezioni di Sonia Ganassi e Gregory Kunde. Quest’ultimo viene sostituito da Barry Banks, che è l’elemento più debole di tutto il cast, assai sgraziato e in evidente difficoltà con il ruolo di Idreno. La Aikin e la Tro Santafé, voci un po’ esili, non proprio calzanti nelle rispettive parti, escono però a testa alta dalle agilità; il più a fuoco sembra alla fine l’Assur di Simone Alberghini. La direzione di Ferro produce un risultato alquanto incostante: a guizzi e sfumature apprezzabili si alternano momenti di grigiore e di pesantezza, con un’orchestra che non pare in forma smagliante.
Note: Gregory Kunde assente è sostiuito da Barry Banks
Interpreti: Semiramide: Laura Aikin
Arsace: Silvia Tro Santafé
Idreno: Barry Bankx
Assur: Simone Alberghini
Azema: Annika Kraschenz
Oroe: Federico Sacchi
Regia: Luca Ronconi
Scene: Tiziano Santi
Costumi: Emanuel Ungaro
Direttore: Gabriele Ferro
Maestro Coro: Salvatore Caputo
Luci: A.J. Weissbard