Giù il Cappello

Al Teatro Sociale di Como si tributa il centenario della nascita di Nino Rota

Recensione
classica
Teatro Sociale Como
Nino Rota
20 Ottobre 2011
Un’opera ben congegnata come “Il cappello di paglia di Firenze” fa la gioia di qualsiasi regista disposto ad assecondarne i meccanismi. L’allestimento di Elena Barbalich ha tale pregio. Manca il guizzo geniale, ma l’opera fila via che è un piacere. Non si fa prendere la mano dal carattere farsesco della vicenda, non forza la partitura in luoghi che non le appartengono: la scrittura di Rota è pur sempre delicata e, manco a dirlo, candidamente ironica. Lo spettro della lunghezza (4 atti e 2 intermezzi) per una trama tanto assurda è allontanato dalla briosa mano registica che, nelle maglie di scene da varietà dei primi del ’900, dà il meglio nel 2° atto, quando il nodo si fa avviluppato. L’unico momento in cui arranca è l’inizio del 3° atto, in cui la parte di Beaupertuis (buon lavoro di Filippo Fontana) è appesantita da una scena scura e fumosa, a scapito del carattere grottesco. In quel punto si palesano alcuni tratti discutibili della direzione di Giovanni Di Stefano che, pur ordinata, non sempre dà slancio e leggerezza alla partitura. Il lavoro attoriale per i cantanti è di tutto rispetto e ben superato, specialmente da Leonardo Cortellazzi, Fadinard dinamico, dalla voce leggera ma ben compensata dalla presenza scenica. Lo strabordante e simpatico Nonancourt è ben caratterizzato da Domenico Colaianni. I ruoli femminili si destreggiano bene nel complesso: la vocalità delicata di Anna Maria Sarra si presta al personaggio statico ma tecnicamente impegnativo di Elena, Marianna Vinci fa un buon lavoro con la strepitosa baronessa di Champigny, mentre Manuela Cucuccio fa il suo ma non strabilia in Anaide. Il coro non brilla nella bottega della modista del 1° intermezzo e nella ronda del 4° atto. Ma se l’intento era divertirsi, ciò è avvenuto: quindi giù il Cappello.

Note: Farsa musicale in quattro atti. Musica di Nino Rota. Libretto di Nino Rota e Ernesta Rinaldi, dalla commedia "Le chapeau de paille d'Italie" di Eugène Labiche e Marc Michel. Prima rappresentazione: Palermo, Teatro Massimo, 21 aprile 1955.

Interpreti: Leonardo Cortellazzi (Fadinard); Nonancourt (Domenico Colaianni); Marianna Vinci (La baronessa di Champigny); Manuela Cucuccio (Anaide); Anna Maria Sarra (Elena); Filippo Fontana (Beaupertuis); Simone Alberti (Emilio); Raoul D'Eramo (Lo zio Vezinet/Visconte Achille); Silvia Giannetti (La modista); Roberto Covatta (Felice); Alessandro Mundula (una guardia); Josef Carotti (Un caporale delle guardie)

Regia: Elena Barbalich

Scene: Tommaso Lagattola

Costumi: Tommaso Lagattola

Orchestra: I Pomeriggi Musicali di Milano

Direttore: Giovanni Di Stefano

Coro: AsLiCo

Maestro Coro: Antonio Greco/Diego Maccagnola

Luci: Michele Vittoriano

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Al Teatro Sociale di Rovigo va in scena La voix humaine e a Padova l’OPV propone L’histoire de Babar

classica

A Piacenza la stagione d’opera si apre con successo con una Madama Butterfly dall’efficace segno musicale

classica

A Santa Cecilia, all’Opera e al Teatro Olimpico tre diverse edizioni del balletto di Čajkovskij