Sui binari di Mishima
Bieito mette in scena “Hanjo” di Hosokawa
Recensione
classica
Iniziato con un Wagner proiettato nella filosofia orientale, la Ruhtriennale 2011 si conclude con l’opera di Toshio Hosokawa e la sua ricerca di un modo espressivo fra tradizione giapponese e profonde radici nella musica contemporanea occidentale.
Significativa testimonianza è la sua seconda opera “Hanjo”, che vanta già un considerevole numero di produzioni in tutto il mondo a sette anni dal debutto al Festival di Aix-en-Provence. Soggetto dell’opera è un classico del No; riletto da Mishima, ridotto a libretto dallo stesso Hosokawa e tradotto in inglese da Donald Keene. «La musica è il punto di incontro fra le note e il silenzio» sostiene Hosokawa, che, coerentemente, concepisce una partitura che nasce dal silenzio e nel silenzio si spegne.
Musicalmente, “Hanjo” ha molto della staticità del No: un paesaggio sonoro di straordinaria ricchezza timbrica, sospeso fra realtà e sogno, ma privo di un vero sviluppo. Affidare un’opera così immateriale e delicata a Calixto Bieito, noto per la cifra esplicita e esasperata delle sue regie, poteva risultare un azzardo. Fedele a sé stesso (pur senza i soliti eccessi), lasciate da parte le giapponeserie, Bieito mette in scena l’intreccio di tre disperate solitudini nell’iperrealismo della scena di Susanne Gschwender (lo squallore di un binario che taglia longitudinalmente l'enorme Glebläsehalle, interrotto da un albero spezzato), illuminata splendidamente da Reinhard Traub fra le dense brume di una notte senza fine.
Magistrale il lavoro sui tre protagonisti, i cui corpi esprimono tanto quanto le voci. Un elogio particolare merita l'intensa Kerstin Avemo, ballerina violata non più capace di amare. Di gran rilievo la prova della ventina di strumentisti di musikFabrik diretti con sensibilità da Garry Walker. Caloroso successo.
Note: Nuovo allestimento in coproduzione con la Staatsoper di Berlino. Altre rappresentazioni: 3, 5, 7 e 8 Ottobre 2011.
Interpreti: Kerstin Avemo (Hanako), Ursula Hesse von den Steinen (Jitsuko Honda), Georg Nigl (Yoshio)
Regia: Calixto Bieito
Scene: Susanne Gschwender
Costumi: Anna Eiermann
Orchestra: musikFabrik
Direttore: Garry Walker
Luci: Reinhard Traub
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