Austria di sangue

L’opera di Haas apre il Festival di Schwetzingen

Recensione
classica
Rokokotheater Schwetzingen
29 Aprile 2011
Un fatto di sangue, un trauma infantile, una casa da vendere per cancellare le tracce di un vissuto tragico. È lo spunto di “Bluthaus”, l’opera nata dalla collaborazione fra il compositore stiriano Haas e il drammaturgo tirolese Händl Klaus. Due austriaci per una storia di dinamiche familiari perverse, che rinvia a cronache recenti – su tutte, il caso di Elisabeth Fritzl rinchiusa in una cantina di Amstetten e vittima della violenza del padre per 24 anni – ma anche a temi molto presenti nella letteratura contemporanea del paese. Cronaca a parte, l’interesse maggiore del lavoro sta nell’elaborazione di una forma sonora della crudeltà analizzata nella psiche di una vittima. Il punto di vista soggettivo è quello di Nadja Albrecht, giovane donna decisa a disfarsi della casa della sua infanzia, ancora abitata dalla memoria/presenza dei genitori. La narrazione è costruita su dialoghi fatti di frasi brevissime e spezzate, in cui il canto dei protagonisti è alternato alla prosa delle figure minori. Alla musica è affidata la funzione di aggiungere la dimensione interiore e definire i tre momenti in cui si articola il racconto: un prologo di glissandi continui, a spirale, per trasmettere l’instabilità; un episodio centrale con la rivelazione del fatto di sangue con i colori del grottesco; e un epilogo con la rivelazione dell’incesto e le angoscianti spirali sonore che tornano e avvolgono Nadja come l’implacabile peso del ricordo. Stefan Blunier, alla testa degli ottimi strumentisti della Radio-Sinfonieorchester della SWR di Stoccarda, restituisce all’ascolto la complessità della struttura musicale con esemplare chiarezza. In scena, il quartetto di protagonisti alle prese con l’elaborato tessuto vocale superano la difficile prova. Semplice ma efficace la regia di Klaus Weise.

Note: Prima esecuzione assoluta. Coproduzione fra Schwetzinger SWR Festspiele e Theater Bonn. Lo spettacolo sarà ripreso al Theater Bonn dal 27 settembre 2011.

Interpreti: Sarah Wegener (Nadja Albrecht, la figlia), Ruth Hartmann (Natascha Albrecht, la madre), Otto Katzameier (Werner Albrecht, il padre), Daniel Gloger (Axel Freund, l’agente immobiliare), Tatjana Pastor (Frau Reinisch/Frau Schwarzer), Philine Bührer (Irene), Maria Munkert (Frau Beikirch/Frau Rahmani), Hendrik Richter (Herr Fuchs/Herr Rahmani), Heide Simon (Frau Hallosch/Frau Stachl), Roland Silbernagl (Herr Maleta), Jasmin Hörner, Johanna Rosskopp, Alexandra Samouilidou (I tre ragazzi Maleta), Günter Alt (Herr Stachl), Stefan Preiss (Herr Schwarzer), Rolf Mautz (Herr Hubacher), Wolfgang Rüter (Herr Dr. Strickner)

Regia: Klaus Weise

Scene: Martin Kukulies

Costumi: Dorothea Wimmer

Orchestra: Radio-Sinfonieorchester Stuttgart des SWR

Direttore: Stefan Blunier

Luci: Klaus Weise

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