"Magdalena", un musical amazzonico
Villa-Lobos allo Châtelet
Recensione
classica
Ormai il musical è di casa allo Châtelet. E in attesa dei "Misérables", il grande successo di Broadway da maggio a Parigi, il teatro ha accolto "un'avventura musicale" del compositore brasiliano Heitor Villa-Lobos: "Magdalena". Che per la prima assoluta è stata eseguita in Francia. Manco a dirlo, la curiosità era massima. E l'esito?
La regia di Kate Whoriskey è sempliciotta, animata da buoni sentimenti, ma un po' a corto d'idee. Sorprendente è parsa solo la scena ambientata nella cucina parigina di Teresa, l'amante del Generale Carabaña. Per il resto, si affossa nell'illustrazione del testo. Né scene ridotte all'osso né costumi ordinari possono compensare il vuoto.
E il cast? A dispetto di un'insonorizzazione percettibilissima, non tutti i cantanti s'impongono, neppure per volume. È il caso di Marie-Eve Munger: voce gracilina e timbro a tratti acidulo. Buona la presenza scenica di Mlami Lalapantsi che però non è altrettanto convincente per doti canore. Invece, è travolgente Aurélia Legay. E pure sono bravissimi François Le Roux e Victor Torres, alle prese però con parti minori.
Senza dubbio la "star" della serata è stata l'Orchestre symphonique de Navarre sotto la direzione di Sébastien Rouland. Abbiamo scoperto una compagine raffinata che ha reso giustizia alla scrittura di Villa-Lobos in una partitura dove bei momenti si alternano ad effetti di routine: in fondo, la parte migliore è quella strumentale. Che il giovane Rouland ha difeso con un'incredibile energia, senza concedersi una tregua. La sua è stata una lettura drammaticamente tesa, curata nei dettagli e capace dalla fossa di sorreggere uno spettacolo assai instabile su scena. Valeva la pena di scoprire una "Magdalena" rarissima. Certo, ma avremmo voluto che la direzione del teatro lesinasse meno sui mezzi.
Senza dubbio la "star" della serata è stata l'Orchestre symphonique de Navarre sotto la direzione di Sébastien Rouland. Abbiamo scoperto una compagine raffinata che ha reso giustizia alla scrittura di Villa-Lobos in una partitura dove bei momenti si alternano ad effetti di routine: in fondo, la parte migliore è quella strumentale. Che il giovane Rouland ha difeso con un'incredibile energia, senza concedersi una tregua. La sua è stata una lettura drammaticamente tesa, curata nei dettagli e capace dalla fossa di sorreggere uno spettacolo assai instabile su scena. Valeva la pena di scoprire una "Magdalena" rarissima. Certo, ma avremmo voluto che la direzione del teatro lesinasse meno sui mezzi.
Interpreti: Mlamli Lalapantsi (Pedro), Marie-Ève Munger (Maria), Aurélia Legay (Teresa), François Le Roux (Generale Carabaña), Matthew Gonder ((Dottore Blanco), Victor Torres (Padre Jose), Vincent Ordonneau (Zoggie)
Regia: Kate Whoriskey
Scene: Derek McLane
Costumi: Paul Tazewell
Coreografo: Warren Adams
Orchestra: Orchestre symphonique de Navarre
Direttore: Sébastien Rouland
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