Una "Platée" buffona con gusto
Il tandem Marc Minkowski-Laurent Pelly rimette "Platée" in scena a Palais Garnier.

Recensione
classica
La produzione di "Platée" ha già dieci anni. E resta vivissima. Era il 1999 quando Marc Minkowski e Laurent Pelly tornavano a lavorare insieme dopo un fortunatissimo "Orphée aux enfers" (Lione, 1997). Il successo fu strepitoso. E fortunatamente, lo spettacolo è tornato su scena.
Marc Minkowski, nel frattempo, si è allontanato dai sentieri del barocco francese, addentrandosi sempre di più nel repertorio ottocentesco. Ma Rameau resta sotto la sua bacchetta insuperabile: lo chef francese conosce gli ingredienti e spinge i "suoi" Musiciens du Louvre alla virtuosità con tempi rapidi e sfoggiando una grande maestria. E disporre di un'orchestra malleabile è quanto mai indispensabile in Rameau. Certo, poi il resto lo fanno i cantanti. Paul Agnew consegna una Platée impeccabile sia vocalmente sia per la recitazione. Perfettamente a suo agio è pure François Lis: uno dei bassi francesi che sa muoversi tanto nel barocco quanto nel belcantismo italiano. Mireille Delunsch fa ancora sfoggio di un'agilità "all'italiana", perfettamente funzionale al personaggio de La Folie.
Ovviamente, il balletto ha una parte di primo piano in un'opera francese. La coreografa milanese Laura Scozzi gioca, in sintonia con il regista, sulla sfasatura parodistica. Sorprendono i ballerini in tutu rosa che fanno le galline. Ma non si tratta di una distanza gratuita. Anzi, è pienamente autorizzata e quasi incoraggiata dal genere del "ballet bouffon".
E il regista Laurent Pelly? E' il vero macchinista di uno spettacolo complesso. Pelly ha perfettamente capito lo spirito barocco che trasporta nel mondo contemporaneo. Sa che Rameau gioca con i codici con "Platée". L'Olimpo è svuotato di ogni sacralità e dunque privo di rispettabilità. La desacralizzazione è spinta all'eccesso. Ma sempre con intelligenza.
Interpreti: Xavier Mas (Thespis), Marc Labonnette (Un Satyre), Aimery Lefrèvre (Momus), Mireille Delunsch (Thalie, La Folie), Judith Gauthier (L'Amour, Clarine), Paul Agnew (Platée), Alain Vernhes (Cithéron), François Lis (Jupiter), Yann Beuron (Mercure), Doris Lamprecht (Junon)
Regia: Laurent Pelly
Coreografo: Laura scozzi
Orchestra: Les Musiciens du Louvre
Direttore: Marc Minkowski
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
Una Johannes-Passion intensa e originale offerta dall’Ensemble Pygmalion
classica
Un Brahms discontinuo e un Mahler letteralmente straordinario
classica
L’invisible, ultima opera del compositore scomparso nel 2024, riproposta all’Oper Frankfurt in un nuovo allestimento