Il "Barbiere di Siviglia" rossiniano, seconda opera in cartellone al Regio di Parma, ha trovato il successo grazie soprattutto a Leo Nucci, che ha bissato "Largo al factotum". Omogeneo nel complesso il resto del cast vocale. La direzione di Barbacini opaca. Regia di De Tomasi non più che funzionale.
Con il "Barbiere di Siviglia" rossiniano, seconda opera in cartellone al Regio di Parma, il teatro emiliano ha avviato - dopo l'inusuale "Alceste" di inizio stagione - una terzina di allestimenti dal gusto più popolare (seguiranno "Rigoletto" e "Madama Butterfly"). Risultato immediato: sala piena e pubblico plaudente. In questa occasione il merito deve essere riconosciuto soprattutto a Leo Nucci, che ha saputo incarnare per l'ennesima volta un Figaro coinvolgente, ricco di sapienti ammiccamenti e girandole vocali e che, fin dalla sortita del primo atto, ha concesso senza battere ciglio il bis del "Largo al factotum", oltre a successive saporite varianti come la sostituzione di "maccheroni e cacio" con "anolini e parmigiano" (ma già Cappuccilli nell'83 aveva avviato la "cucina creativa" su questo palcoscenico mettendo il parmigiano sui maccheroni...). Il resto del cast vocale ha, nel complesso, retto bene, con un Conte d'Almaviva (Raul Giménez) con voce non sempre efficacissima ma che, in compenso, suona con trasporto la chitarra nella "canzone" della scena quarta. Alfonso Antoniozzi ha offerto un Bartolo bene in parte, vocalmente adeguato e buon attore, così come Anna Bonitatibus nei panni di una Rosina dalla mimica spigliata e completata da una voce dal timbro particolare ma agile. Riccardo Zanellato ha poi restituito un Basilio in linea col personaggio. Direzione non proprio brillante di Maurizio Barbacini che ha condotto l'orchestra del Regio con mestiere, ma niente di più. La regia di Beppe De Tomasi ha gestito in modo funzionale i personaggi sulla scena, ma l'uso ripetuto della platea è ormai, in generale, un poco ridondante. Scena fissa tra ferro battuto e semitrasparenze, con trovate non sempre efficaci: fiacco il finale del primo atto, più coinvolgente la chiusa dell'opera, con tanto di coriandoli. Belli i costumi di Artemio Cabassi. Pubblico molto caloroso, soprattutto con Nucci naturalmente.
Note: Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Regio di Parma
Interpreti: Il Conte d'Almaviva RAUL GIMÉNEZ
Bartolo ALFONSO ANTONIOZZI
Rosina ANNA BONITATIBUS
Figaro LEO NUCCI
Basilio RICCARDO ZANELLATO
Fiorello PAOLO BARBACINI
Ambrogio PAOLO CHINELLATO
Berta GABRIELLA CORSARO (19, 21)
MARIA CIOPPI (23, 26)
Un Ufficiale GËZIM MYSHKETA
Regia: BEPPE DE TOMASI
Scene: Poppi Ranchetti
Costumi: Artemio Cabassi
Orchestra: ORCHESTRA DEL TEATRO REGIO DI PARMA
Direttore: MAURIZIO BARBACINI
Coro: Coro del Teatro Regio di Parma
Maestro Coro: Martino Faggiani
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