Il tempo sospeso di Alceste

Inaugurata la stagione d'opera del Teatro Regio di Parma con una rara "Alceste" profondamente segnata dall'incrocio delle personalità di Bruno Bartoletti e Liliana Cavani. Eleganza in scena e lettura musicale lenta e profonda. Molto Brava la Antonacci. Successo alla fine.

Recensione
classica
Fondazione Teatro Regio di Parma Parma
Christoph Willibald Gluck
23 Dicembre 2004
Inaugurata la stagione d'opera del Teatro Regio di Parma con una rara "Alceste" profondamente segnata dall'incrocio delle personalità di Bruno Bartoletti e Liliana Cavani. Direzione musicale e regia hanno infatti - nei rispettivi ambiti e con distinte ma coerenti finalità estiche - lavorato in parallelo sul "tempo" di questa tragedia a lieto fine, riuscendo a valorizzare in chiave originale il fascino dell'opera di Gluck. La Cavani, già impegnata in passato con lavori del compositore tedesco, ha immerso la vicenda tratta da Euripide in un astratto primo Novecento, un contesto temporale comunque sospeso tra efficaci riferimenti classici e una grande eleganza dell'insieme - curatissimi i costumi di Alberto Verso, belle e fondamentali le atmosfere rievocate dalle luci di Sergio Rossi - simboleggiata dal grande impianto scenico fisso ideato da Dante Ferretti, un palazzo che si trasforma alleggerendosi di atto in atto, ma mantiene intatto il riferimento, appunto, ad una astratta classicità. Tre atti, tre "tempi" rappresentati, passando da un inizio cupo e invernale ad una parte centrale dai toni più chiari, per finire nell'atmosfera tersa e trasparente della fine. Ricca la simbologia drammaturgica proposta in scena, contrappuntata dai movimenti coreografici di Micha Van Hoecke, anch'esso impegnato a giocare col tempo (senza voler essere irriverenti: numi infernali che ricordavano "Thriller" di Jackson, movimenti di tango sincronizzati col Settecento dell'orchestra...). Tutto questo ha accompagnato la lettura musicale di Bartoletti, attentissimo alla filigrana di una partitura delibata, assaporata con estrema finezza, sul fluire di un tempo che non ha mai concesso nulla a dinamismi d'effetto. Poco meno di quattro ore di elegante concentrazione espressiva, che hanno trovato in Anna Caterina Antonacci una protagonista estremamente ispirata, capace di restituire una Alceste completa, nel gesto quanto nel dato vocale. Pubblico provato - qualcuno ha abbandonato al secondo atto - ma alla fine caloroso con tutti gli artisti impegnati.

Note: Nuovo Allestimento

Interpreti: Admeto DONALD KAASCH Alceste ANNA CATERINA ANTONACCI Evandro FRANCESCO PICCOLI Ismene MARY ANN Mc CORMICK Un banditore MARKUS BUTTER Gran Sacerdote d'Apollo MARKUS BUTTER Oracolo ARMANDO GABBA Un Nume infernale ANDREA PATUCELLI

Regia: LILIANA CAVANI

Scene: DANTE FERRETTI

Costumi: ALBERTO VERSO

Corpo di Ballo: ENSEMBLE DI MICHA VAN HOECHE

Coreografo: MICHA VAN HOECKE

Orchestra: ORCHESTRA DEL TEATRO REGIO DI PARMA

Direttore: BRUNO BARTOLETTI

Coro: CORO DEL TEATRO REGIO DI PARMA

Maestro Coro: MARTINO FAGGIANI

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