Successo a Ravenna per West Side Story. Compagnia di giovani dal generoso impegno ma dalla resa un poco generica. Orchestra che ha creato qualche imbarazzo nei momenti più "swinganti". Interessante la riproposta dell'allestimento originale del 1957.
Bisognerebbe dare la possibilità al pubblico italiano di vedere più spesso "West Side Story" - dal vivo - così come altri capisaldi della tradizione del musical americano. Il Ravenna Festival, nella sua volontà di omaggiare New York, tragicamente colpita l'11 settembre scorso, ha voluto rievocare l'allestimento originale del 1957. Una rappresentazione in cui le coreografie di Jerome Robbins abitavano le scene rappresentanti una città cupa, arida nei suoi muri di mattoni rossi, scale antincendio e cancelli che parevano simbolici recinti creati per rendere tangibili le divisioni culturali rappresentate dalle diverse comunità che cominciavano ad occupare in maniera massiccia il West Side di New York a metà del Novecento. Divisioni che sono anche il motore della vicenda di amore e odio che lega Tony a Maria, novelli Romeo e Giulietta americani. Questo lavoro, anche nell'allestimento americano ospitato a Ravenna, ha saputo, in sostanza, restituire quella vivacità artistica che rimane il dato più rilevante di un genere che trova in Bernstein - e nei suoi collaboratori - uno degli interpreti più illuminati. Tra gli artisti impegnati sulla scena, Brian Charles Rooney (Tony) e Bonnie Joyce Johnson (Maria) hanno formato una coppia di amanti adeguata, più tenera che appassionata, circondata da una compagine di personaggi-icona tipicamente americani, che hanno raggiunto una resa, sia pure con alti e bassi, sostanzialmente discreta. Sulla stessa linea la compagine orchestrale, la Hungarian Simphony Orchestra diretta con impegno da Cherie Rosen, che ha restituito la densa partitura in maniera non più che funzionale. Caloroso il successo di pubblico.
Note: Nuova produzione: Living Arts Inc. New York
Interpreti: Brian Charles Rooney (Tony) e Bonnie Joyce Johnson (Maria)
Regia: Robert Ennis Turoff
Scene: Ed Gallagher
Costumi: Kimberly Wick
Coreografo: Produzione originale, regia e coreografie di Jerome Robbins. Coreografie rivisitate da Stephen Nachamie
Orchestra: Hungarian Simphony Orchestra
Direttore: Cherie Rosen
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