Tra Castiglioni e Schubert
Milano Musica al via
Recensione
classica
Qualche sommesso, meditato e rispettoso passo per entrare nel mondo di Niccolò Castiglioni al quale Milano Musica dedica quest'anno la sua Ventunesima edizione. Così ieri sera, al Teatro alla Scala di Milano, Andrea Pestalozza ha guidato l'ottimo Scharoun Ensemble (di lunga derivazione Philharmoniker) nell'interpretazione - sentita e senza sbavature insieme - di una sequenza del tutto adatta a questa indagine nel mondo musicale del compositore milanese scomparso nel 1996: «Piccola musica notturna» di Dallapiccola (1961), «Tropi» (1959) e «Momenti musicali» (1991) di Castiglioni e «Introduzione all'oscuro» (1981) di Sciarrino. Quattro opere che condividono l'attenzione per il silenzio, la nitida tessitura, le dinamiche trattenute, le scelte timbriche ed una generale atmosfera quasi di aspettazione. Insomma, una sequenza musicale che richiedeva un certo impegno intellettuale ma che ripagava per l'applicazione, nella quale tuttavia non è parso chiaro il ruolo dell'«Ottetto in fa magg. D 803» di Franz Schubert. D'accordo sull'amore di Castiglioni per il compositore tedesco, d'accordo sugli strumenti impiegati, (un po' meno) d'accordo sull'opportunità di collocare in chiusura una composizione più nota al pubblico proveniente dal repertorio romantico. D'accordo (quasi) su tutto, ma resta l'impressione che, ieri sera, il nostro Franz abbia fatto la figura del nonno che interviene alla festa dei nipotini con quei discorsi certamente importanti, certamente affascinanti, certamente noti, certamente lunghi per i quali però non è sempre il momento e il luogo (leggi: non c'è sempre la disponibilità) per stare ad ascoltarli.
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