Dopo 41 torna a Palermo "Luisa Miller" in una ambientazione fiamminga, caratterizzata dai richiami alla pittura di Vermeer e Rembrandt. Ottima prova di La Scola e Frontali, luminosa direzione di Renzetti
Restaurato l'allestimento di Visconti del 1965 - ma senza l'atto di Fontainebleau - con la regia modestissima di Fassini; sul podio Palumbo alterna espansioni liriche e clangori da grand-opera, a discapito delle voci. Disomogeneo il cast, su cui eccellono il Filippo II di Prestia e il Don Carlo di Fabio Sartori.
Videoproiezioni, danza, recitazione, canto tra l'eclettismo musicale di Honegger e l'assemblaggio colto di Paul Claudel per una Jeanne d'Arc di multiple suggestioni.
Su una scena (di Pizzi, che firma anche la regia) priva di idee si alterna un quartetto disomogeneo in cui emerge il Conte di Luna di Gazale. Splendida quanto discutibile la direzione tutta in rallentandi di Daniel Oren.
Nell'esotico Egitto immaginato da Alessandro Scarlatti ritorna, dopo trecento anni, La Principessa Fedele diretta da Fabio Biondi, con qualche ragnatela rimasta impigliata tra le antiche fioriture barocche.
Racconti di Hoffmann musicalmente vecchia maniera screziati di surrealismo e magia circense da Jerome Savary. Eccellenti le prestazioni di Vincenzo La Scola e Mariella Devia
Grande compattezza drammaturgica per il Rigoletto di Vick, accolto da fischi e applausi in egual misura. Piuttosto deludente la compagnia di canto, mal sostenuta dalla direzione di Carignani.
Dagli anni di galera di Verdi ritorna una delle sue opere più deboli, "I masnadieri", nella nuova edizione critica, in un nuovo allestimento firmato Pier'Alli con l'eccellente Andrea Papi nel ruolo di Massimiliano.
Raina Kabaivanska affronta con successo per la regia di Giorgio Marini il musical di Kurt Weill a Palermo costruendo una efficace e nevrotica donna in carriera bisognosa d'amore