Yuval Avital è noto per la capacità di realizzare progetti di grande ambizione culturale e complessità operativa. “Reka” stabilisce un nuovo decisivo capitolo di questo percorso: il titolo in ebraico significa "sfondo" e la composizione si articola su tre piani di "azione musicale", ognuno dei quali può «diventare sfondo dell’altro».
Il piano dei sei cantori solisti, provenienti ciascuno da una diversa parte del mondo, ha un indiscutibile ruolo di prominenza, visiva, sonora e concettuale, ma è esso stesso un "centro poli-centrico", che vive della giustapposizione dialogica di sei approcci alla vocalità lontanissimi, portatori di sistemi culturali millenari. Il secondo piano è costituito dalle percussioni, mentre il terzo dalla folla locale, reclutata tramite il web, che risponde a indicazioni di tipo grafico-gestuale.
La composizione si snoda in una sequenza di "pannelli sonori" in dialogo con tavole grafiche proiettate, che con il loro impatto evocativo articolano la sintassi insieme al movimento degli interpreti nello spazio. Il risultato sonoro non riesce però nel complesso a rendere in pieno i propositi del concept. La magmaticità policentrica dell’insieme è risolta troppo spesso con la costruzione di "picchi" di intensità e di registro. Anche per effetto dell’amplificazione, in più punti vengono meno l’orientamento e la spazialità sonora e, soprattutto nei climax, si percepisce uno schiacciamento delle dinamiche, con conseguente dispersione della ricchezza timbrica. Infine, la scelta di dirigere i cantori con un lessico gestuale simile a quello usato per la folla si espone al rischio di "ridurre" le espressioni vocali a meri parametri sonori, intercettando è vero parallelismi tra mondi lontani, ma a prezzo di lasciarne sullo "sfondo" la specificità culturale.
Interpreti: Omar Bandinu: canto tradizionale sardo;
Enkhjargal Andarvaanchig: canti difonici della tradizione nomade della Mongolia;
Sofia Kaikov: canto epico degli ebrei di Bukhara;
Yussuf Joe Legwabe: tradizione vocale zulù;
Sainkho Namtchylak: canto difonico di Tuva;
Lama Samten Yeshe Rinpoche: canto Bön tibetano;
Simone Benvenuti: percussioni;
Lorenzo Colombo: percussioni;
Vocal Crowd.
Direttore: Dario Garegnani