La prima esecuzione in tempi moderni di Sant'Elena nella versione di Dresda è un evento, non solo per il recupero di una partitura che nasconde momenti di rara bellezza, ma anche per la brillante e curatissima esecuzione diretta da Ottavio Dantone.
Recensione
classica
Chiesa di S. Agostino Faenza
J. A. Hasse
14 Maggio 2005
In un periodo in cui si rileva una compiaciuta separazione in ambito musicale tra l'approccio teorico-musicologico e quello pratico-esecutivo, è prezioso e rincuorante assistere a tentativi riusciti di conciliazione tra le parti. Il progetto Creator – Faenza Musica Sacra, curato fino al dettaglio dall'Accademia Bizantina, ha dimostrato come si possa lavorare uniti per uno scopo comune: l'approfondimento di ogni aspetto dell'oggetto musicale. Nel caso specifico l'oratorio Sant'Elena al Calvario, composto da J. A. Hasse (libretto del Metastasio) nel 1746 per la corte di Dresda e successivamente rielaborato per Vienna nel 1772. Il tema è quello conosciuto della Leggenda della vera Croce. Sant'Elena, dopo un sogno premonitore, si reca in Terra Santa alla ricerca del Sepolcro di Cristo e del "vessillo che sgomenta l'Inferno": la Croce. La prima parte dell'oratorio ha la funzione d'inquadrare l'azione e presentare i personaggi, lasciando che si abbandonino a momenti di amara riflessione e ad altri d'ispirazione contemplativa. Solo nella seconda parte si assiste alla conversione della tensione drammatica in azione con il ritrovamento del Sepolcro e l'identificazione della vera Croce. Come si diceva, questo toccante, eppure poco conosciuto, oratorio è stato oggetto preferenziale di un'intera giornata di studi, iniziata con un convegno (relatori: A. L. Bellina, P. Fabbri, R. Mellace) che ha analizzato gli aspetti salienti del libretto e della partitura, e coronata dalla prima esecuzione in tempi moderni di "Sant'Elena" nella versione di Dresda. Un evento, non solo per il recupero di una partitura che nasconde momenti di rara bellezza, ma anche per la brillante e curatissima esecuzione diretta da Ottavio Dantone. Una sorpresa soprattutto i due soprani – Monica Piccinini (Sant'Elena), Francesca Lombardi Mazzulli (Eudossa) – che hanno dato prova di musicalità e di padronanza tecnica.
Ma Hasse non punta solo a soddisfare il palato bramoso di agilità tecniche. Ne è prova la costante ricerca di momenti di abbandono espressivo, attimi in cui la voce si scioglie in languore e trasporto mistico. Forse uno dei momenti che meglio incarnano tale intento espressivo è il duetto di Sant'Elena e Eudossa "Dal tuo soglio luminoso / deh, rimira il nostro pianto". E luminosa è stata l'interpretazione della Piccinini e della Lombardi che hanno lasciato che le note fluissero e gocciolassero come lacrime di gioia, pianto sincero che vivifica e rinnova la terra su cui sorge il Santo Sepolcro.
Interpreti: Monica Piccinini - soprano
Marina De Liso - Contralto
Francesca L. Mazzulli - soprano
Barbara Di Castri - Contralto
Makoto Sakurada - Tenore
Orchestra: Accademia Bizantina - Ensemble di musica antica con strumenti originali
Direttore: Ottavio Dantone
Coro: La Stagione Armonica - Complesso vocale
Maestro Coro: Sergio Balestracci
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