Peeping Dido
Al Theater Basel arriva “Dido and Æneas” di Henry Purcell nell’allestimento del collettivo belga Peeping Tom

È nato nel pieno della pandemia a Ginevra questo Dido and Æneas, prima produzione operistica del collettivo teatrale belga Peeping Tom fondato un quarto di secolo fa da Gabriela Carrizo and Franck Chartier, che firma anche la regia e le coreografie di questo spettacolo. Nel 2021, a teatri chiusi al pubblico, si era potuto vedere solo in streaming questo spettacolo che, dopo le tappe di Lille e Lussemburgo, a distanza di poco meno di quattro anni approda al Theater Basel per una lunga serie di repliche fino a fine stagione.
Cifra artistica del gruppo è la fusione di danza, teatro molto fisico e immagini di grande forza evocativa. Cifra che si ritrova in questa produzione che affronta la la materia drammaturgica ma anche musicale dell’opera di Henry Purcell in modo radicale, trasformandolo in un interessante saggio di teatro danza attorno a Purcell. Il lavoro originale del compositore inglese viene rimodellato in una visione che ha per protagonista Didi, una proterva e tirannica donna di potere (una straordinaria Eurudike De Beul), ossessionata dall’opera di Purcell che impone alla sua orchestra e alla sua piccola corte fatta di servitori e della dama di compagnia Maria (Marie Gyselbrecht) e a Romeu (Romeu Runa), solo sopravvissuto con il figlio a una qualche guerra. Forse il ricordo di un amore sfortunato o forse solo un’ossessione che sovrappone le vite di questi tre personaggi (o piuttosto persone, che abbandonano spesso la maschera della finzione per alludere al proprio vero volto) a quelle dei protagonisti della vicenda narrata da Purcell: l’incontro fra la regina Didone e l’eroe troiano Enea, del loro amore e della sua brusca fine imposta dagli dei, che richiamano Enea al suo più alto destino, e della tragica fine della regina abbandonata, alla quale Purcell allude soltanto in uno degli addi in musica più belli e toccanti della storia dell’opera.
Sola nella sua sontuosa stanza da letto (ricostruita con iperrealistica minuzia dalla scenografa Justine Bougerol) sormontata da una tribuna come di un parlamento, quasi che la presenza del potere incombesse costantemente nella sua vita, Didi è preda di un bovarismo che è la sua via di fuga dalla prigione dei ricordi e dal chiuso di quella grande stanza. A confondere il confine fra realtà e allucinazione contribuiscono le frenetiche coreografie dello stesso Chartier per i bistrattati domestici (Nelson Earl, Hun-Mok Jung, Meng-ke Wu e Christina Guieb) ma anche le virate nell’assurdo delle parentesi di umorismo surreale e la terrificante irruzione degli inferi nel finale in quella stanza dalle cui finestre si intravvede l’oceano solo fino a quando non cominciano a rigurgitare montagne di sabbia sul palcoscenico.
Difficile trovare un equilibrio specie se Peeping Tom prende nettamente il sopravvento: in questo allestimento il cardine è evidentemente il delirio di una donna sola e non più Henry Purcell, la cui opera viene letteralmente smembrata in numeri isolati e alternati a quelli composti e diretti da Atsushi Sakai come proiezione sonora del tumultuoso e caotico mondo interiore di Didi, alla quale sembra procurare sollievo solo la musica di Purcell, compreso uno spurio O Solitude che passa dalla bocca di Enea a quella di Romeo e infine al figlio di questo per mostrare una volta di più il parallelo fra le vicende.
Di grande versatilità e eccezionale musicalità dà prova l’ensemble La Cetra in buca co-diretto negli inserti purcelliani dalla competenza stilistica di Johannes Keller, anche al cembalo, e dallo spiritato Atsushi Sakai, quando non partecipa all’azione scenica come violoncellista, nelle sue aggiunte, che portano la durata dello spettacolo a poco meno di un paio d’ore, ossia il doppio della durata consueta dell’opera di Purcell. Anche se inevitabilmente messi un po’ ai margini nel progetto scenico, il quartetto vocale serve efficacemente lo spettacolo (e ovviamente Purcell). Non brilla sul piano vocale l’indisposta Marie-Claude Chappuis, Dido e Sorceress fin dalla prima ginevrina e nelle successive riprese, che dimostra autorevoli doti di interprete e una buona tenuta fino al celebre lamento nel finale. Più agili e vocalmente seducenti Álfheiður Erla Guðmundsdóttir, Belinda e prima strega, e soprattutto Hope Nelson, seconda donna e seconda strega. Infine, Ronan Caillet, un Enea e marinaio di bel colore vocale, partecipa efficacemente al progetto scenico che lo vuole interprete distaccato e distinto dal proprio ruolo.
Teatro esaurito alla prima. Pubblico attento e partecipe fino alla fine, quando si scioglie in applausi calorosi per tutti i bravi interpreti.
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