Znaider e la magia della tecnica
Il debutto romano di Nikolaj Znaider nel segno di Debussy, Beethoven, Schönberg e Franck ha svelato un violinista di grandi qualità ed è stato accolto da un sincero successo di pubblico che lo ha costretto a due bis: "Marche Miniature Viennoise" di Fritz Kreisler e "Estrellita" di Manuel Ponce
Recensione
classica
L'invadente presenza geriatrica di solisti del violino che presidia le nostre stagioni concertistiche impedisce non solo ai giovani talenti italiani di emergere, ma anche ad affermati violinisti stranieri di giungere al pubblico italiano. Non si spiega altrimenti come Nikolaj Znaider, ormai trentenne, lanciatissimo discograficamente e, cosa più importante, affermato concertista in tutte le sale del mondo, abbia raggiunto le grandi città italiane solo negli ultimi 4 mesi, fino a debuttare negli ultimi 10 giorni a Bologna, Milano, Firenze e infine a Roma dove abbiamo seguito il suo concerto: grazie a un programma molto calibrato, un'occasione per verificare se la sua fama internazionale sia usurpata.
Dall'esecuzione della Sonata op. 30 n. 2 di Beethoven si può anche pensare che a Znaider manchi ancora qualche oncia di temperamento, con l'Adagio così estatico da slittare nello statico, ma il resto del programma riserva notevoli sorprese. Già dalla Sonata in sol minore di Debussy colpisce di Znaider una tecnica e un suono invidiabili, con impressionanti arcate che si fondono in un fluido legato senza soluzione di continuità.
È una padronanza che gli consente un'elettrizzante Fantasia op. 47 di Schönberg non certo espressionista, ma di un'interpretazione levigata da una grande varietà di colori e dinamiche senza che un solo suono dell'infernale partitura risulti appena sbucciato.
Dalla pastosità del pianissimo -e nel sussurro è calibratissima la presenza della grana rugosa del crine dell'archetto-, fino alla sicura rotondità del suono pieno: nella conclusiva Sonata in la maggiore di Franck, Znaider sfodera anche le migliori qualità nel fraseggio, in una perfetta intesa con il pianista Robert Kulek che lo ha accompagnato impeccabilmente nella sua esibizione.
Interpreti: Nikolaj Znaider, violino; Robert Kulek, pianoforte
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento
classica
Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.