John Christie, il fondatore del festival di Glyndebourne, era un appassionato Wagneriano, e per il primo festival del 1934 aveva contemplato un programma che presentasse o Don Giovanni o Die Walkure, con L'anello del Nibelungo e Parsifal a seguire negli anni successivi. Le ridotte dimensioni del teatro furono l'elemento determinante nella scelta, e da allora a Glyndebourne Mozart l'ha sempre fatta da padrone, ma John Christie non abbandonò facilmente il sogno di una Bayreuth inglese, al punto di voler inaugurare un festival di Pasqua per rappresentare Parsifal, un progetto che si dimostrò alla fine impraticabile. Negli anni ottanta l'allora direttore musicale, Bernard Haitink, tentò un esperimento, dirigendo il Liebestod alla fine di una prova, ma ancora una volta il progetto dovette essere rinviato. Solo all'inizio del nuovo millennio, con un nuovo teatro di dimensioni maggiori, Wagner fa finalmente il suo debutto ufficiale in Sussex, inaugurando il festival di quest'anno con grande successo. La nuova produzione è diretta da Nikolaus Lehnoff, che per Glyndebourne ha creato una ineguagliata trilogia di opere di Janacek, e che non sembra aver perso il suo tocco fatato. La scena, disegnata da Roland Aeschlimann, le cui luci contribuiscono alla magia della serata, è una sorta di spirale concava i cui anelli superiori non si toccano, e che rappresenta allo stesso tempo il mare, l'interno della nave, il grembo femminile in cui secondo l'interpretazione fornita nel programma di sala Tristan anela a ritornare, ma soprattutto questa stilizzazione di tunnel/buco nero sembra rappresentare il viaggio dentro la notte/morte in cui i due protagonisti si avventurano. All'interno di questo spazio, che nel primo atto viene rivelato progressivamente da un sipario che si apre come un obbiettivo fotografico, i personaggi, con gli spendidi costumi di Andrea Schmidt-Futterer, si muovono con movimenti quasi coreografati, ma sempre all'insegna della semplicità, e la stilizzazione dell'azione contribuisce all'intensità del risultato. Il soprano svedese Nina Stemme, al suo debutto nel ruolo di Isolde, fornisce una splendida performance sia vocale che fisica, colorando il testo con una infinità di inflessioni e con un attento uso delle dinamiche, e dominando il palcoscenico con grande presenza ed eleganza. Il debutto del tenore americano Robert Gambill nel ruolo di Tristan è offuscato da alcuni problemi di intonazione, ma in generale si rivela soddisfacente. René Pape è imponente nel ruolo di King Marke, che canta con grande controllo e finezza interpretativa, mentre Bo Skovhus è un Kurvenal effervescente e dinamico. Il direttore ceco Jirí Belohlávek alla guida della London Philarmonic Orchestra affronta la partitura per la prima volta, e ne produce una lettura ricca di dettagli, con grande diversità di colore orchestrale e drammatici contrasti dinamici, accompagnati da una ponderata scelta di tempi che non dimenticano mai l'azione scenica. Si tratta di una produzione da manuale, capace di affascinare anche spettatori di decise simpatie anti-wagneriane, il che non può essere che un pregio. Encore!
Interpreti: Tristan Robert Gambill ; Isolde Nina Stemme; Brangäne Yvonne Wiedstruck; Kurwenal Bo Skovhus; King Marke Rene Pape/Peter Rose (29 giugno, 4 luglio); Melot Richard Decker; A shepherd/A young sailor Timothy Robinson
Regia: Nikolaus Lehnhoff
Scene: Roland Aeschlimann
Costumi: Andrea Schmidt-Futterer
Orchestra: London Philharmonic Orchestra
Direttore: Jirí Belohlávek
Coro: The Glyndebourne Chorus