Voci dall'esilio

Sciarrino e Ronchetti a Märzmusik a Berlino

Otto Katzameier e Anna Radziejewska in "Luci mie traditrici"; foto Gunter Lepkowski
Otto Katzameier e Anna Radziejewska in "Luci mie traditrici"; foto Gunter Lepkowski
Recensione
classica
Maerzmusik, Volksbühne at Rosa-Luxemburg-Platz
21 Marzo 2010
La decima edizione di Märzmusik apre nel segno dell'Italia con opere di Salvatore Sciarrino e Lucia Ronchetti. Più che una ricognizione della vitalità creativa del nostro paese, però, il festival berlinese inevitabilmente solleva più di uno spunto di riflessione sulla scarsa considerazione riservata la musica contemporanea in Italia (come anche lamenta in un incontro alla Volksbühne un battagliero Nicola Sani, che auspica una nuova primavera musicale italiana): spazi ridottissimi, mancanza di committenza, compositori ridotti all'esilio. Di Ronchetti s'è visto il rifacimento di "Der Sonne entgegen", singolare caso di "work in regress", ossia da opera compiuta a lavoro aperto, complice la nuova produzione di Michael von zur Mühle che sfilaccia la tenue drammaturgia e forza una lettura politica a senso unico del tema della frontiera che ispira il libretto. Arriva invece da Salisburgo la fortunata "Luci mie traditrici" di Sciarrino, ispirata alla tragica vicenda di Gesualdo da Venosa, tuttora inedita in Italia a dodici anni dal debutto a Schwetzingen e numerosi allestimenti in tutto il mondo. Davanti ad un grande fondale che mostra un video di Dirk Schulz, Rebecca Horn non va al di là di una mera illustrazione del testo. Laddove Sciarrino però suggerisce più che affermare, Horn esplicita fin troppo e concretizza in immagini nitide e gesti marcati quel che nel testo è solo alluso. Quasi un respiro la musica – un segno inquieto e trattenuto, che solo nel finale cede al grido prima del silenzio – resa con chiarezza esemplare dal Klangforum Wien diretto da Beat Furrer. I quattro solisti di canto in scena, quasi tutti collaudati nei rispettivi ruoli, rendono al meglio il trattenuto tormento della passione che sfocia nel sangue. Recite affollatissime, accoglienza sempre calorosa.

Interpreti: Anna Radziejewska (La Malaspina), Otto Katzameier (Il Malaspina), Kai Wessel (L'Ospite), Simon Jaunin (Il Servo), Antonio Paucar (Performer)

Regia: Rebecca Horn

Scene: Rebecca Horn

Costumi: Rebecca Horn

Orchestra: Klangforum Wien

Direttore: Beat Furrer

Luci: Andreas Fuchs (Dirk Schulz, video)

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Jonas  di Carissimi e Vanitas  di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento

classica

Napoli: Dvorak apre il San Carlo

classica

Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.