Una telenovela ai tempi di Nerone

La Kammeroper di Vienna porta in scena una rarità del giovane Händel, puntando su una regia dinamica e intelligente, un cast giovane e l'esperienza del direttore Bernhard Klebel. Gli intrighi di Agrippina vengono rappresentati come in una soap opera, a suon di colpi di scena ed esagerazioni. Il concetto registico di Pawlik si rivela più che riuscito: attualizzante ma non provocatorio, divertente e mai superficiale.

Recensione
classica
Wiener Kammeroper Wien
Georg Friedrich Haendel
03 Febbraio 2007
Stravolgere il repertorio del passato per attualizzarlo non è garanzia di successo, ma una fedeltà cieca alle convenzioni tradizionali può rivelarsi altrettanto problematica. Per questo nuovo allestimento dell'Agrippina, opera giovanile di Händel di rara esecuzione, Pawlik ha imboccato una terza via, moderata ma avvincente, rimanendo sì ancorato alla vicenda storica, ma trattando il soggetto come se fosse una soap opera, in un continuo alternarsi di colpi di scena inaspettati e stuzzicanti slapstick. È una regia che ha il merito di non cadere nello stucchevole e nel ripetitivo, e questo soprattutto a causa di una precisa e animata condotta dei personaggi e un concetto scenico coerente che accompagna la rappresentazione dall'inizio alla fine. Anche da un punto di vista musicale sembrerebbero vigere gli stessi principi. Kiebel dirige l'orchestra della Kammeroper - su strumenti storici e pochi problemi di intonazione - con grande esperienza in un'incessante ricerca di diversificazione e plasticità, con numerosi effetti e impreviste soluzioni timbriche e dinamiche. Il cast dei cantanti è giovane, come d'abitudine nelle produzioni della Kammeroper, sempre tesa alla scoperta e all'incoraggiamento di interpreti alle prime esperienze. Zawisza è baritono espressivo e armonioso in tutti i registri, ma i contralti-falsettisti maschili (Gramer, Hafner), sulle lunghe, sono faticosi all'ascolto. Buona la prestazione vocale e scenica delle sopraniste Huhs e Gerber. La Beutel, invece, da un punto divista vocale non trascina, ma la sua accurata presenza scenica contribuisce in maniera determinante al successo dell'allestimento.

Interpreti: Claudio: Philip Zawisza; Agrippina: Wiebke Huhs; Nerone: Marelize Gerber; Poppea: Romana Beutel; Ottone: Armin Gramer; Pallante: Valmar Saar; Narciso: Gerhard Hafner; Lesbo: Sebastian Huppmann

Regia: Peter Pawlik

Orchestra: Orchestra barocca della Wiener Kammeroper con strumenti originali

Direttore: Bernhard Klebel

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