Un rapimento mal riuscito

Doveva prendere vita un progetto ambizioso questa sera al PalaFenice: Kagel e Mozart a confronto sul tema del "rapimento", entrambi mossi dal regista Wernicke. La realtà del palcoscenico ha punito questa intenzione, lo spettacolo disorganico ha brillato esclusivamente per l'interpretazione delle due voci protagoniste: il tenore Homberger e la soprano Angel la quale ha dimostrato grande tecnica vocale.

Recensione
classica
Gran Teatro La Fenice Venezia
Mauricio Kagel
04 Maggio 2001
Il progetto è ambizioso, dai contenuti impegnativi: dare rappresentazione teatrale del "rapimento" secondo due diverse letture, una di Kagel, l'altra di Mozart, la prima di tipo politico - sociale, la seconda più personale e privata, ma è sempre lo stesso l'obbiettivo: riprodurre fedelmente il senso di costrizione, di impossibilità di agire, insomma la mancanza di libertà che dà il rapimento. Ancora più impegnativo è poi costruire una continuità tra due pagine come il "Sequestro di persone al PalaFenice" e il "Ratto dal serraglio", così distanti tra loro, e, in definitiva, collegate solamente da quel sequestro - ratto che però nel Mozart di Wernicke assume un significato ambiguo: è veramente libera Konstanze fuori dal serraglio? Lo spettacolo, così concepito, messo in scena non ha funzionato. Certo geniale il soggetto di Kagel: rappresentare un vero e proprio sequestro di artisti che rende impossibile l'esecuzione di un suo pezzo, l'occasione è poi buona per lanciare slogan altisonanti "resistere...sottometterci...e strisciare...obbedire...". Sulle tavole del palcoscenico tuttavia il fatto di cronaca perde tutta la sua forza, non c'è concitazione, tensione, manca il terrore, tutti sono troppo calmi, troppo attori. La visione oscilla continuamente tra quella che dovrebbe essere la realtà di un rapimento in diretta, e la sua drammatizzazione. Inevitabilmente accessori diventano tutti i rumori che di questa realtà si fanno portavoce: scalfiscono poco i nervi i suoni delle sirene, il roteare degli elicotteri; lo stesso squillo del telefono acquista una scansione fin troppo ritmata, facendosi segnale strutturale. Geniale è anche l'idea di Wernicke di proseguire nel secondo pezzo (Mozart) con gli stessi mezzi lasciati da Kagel, ancora pochi musicisti dunque, quelli scampati al sequestro, che si arrangiano a mettere sù un "Ratto dal serraglio" liberamente rivisto dal regista. Sebbene la musica di Mozart mantenga la sua eccezionale bellezza nonostante l'orchestrazione manipolata, anche qui lo spettacolo non decolla, i salti troppo rapidi all'interno del libretto fanno spesso perdere il filo, indubbiamente simpatiche le libere interpolazioni ma, in fin dei conti, poco redditizie ai fini dello spettacolo, la cui materia disorganica rende difficoltoso un collegamento con il fatto di cronaca della prima parte. Questa difettosa concezione teatrale ha avuto comunque interpreti eccellenti nelle voci di Christoph Homberger e Marie Angel. La soprano in particolare ha sfoggiato una grande tecnica vocale e bellezza di timbro. Buona la prova dell'orchestra. Il pubblico numeroso ha applaudito calorosamente.

Note: prima rappresentazione assoluta. Nella stessa serata sarà rappresentata anche l'opera "Il ratto dal serraglio" di W. A. Mozart

Interpreti: per "Sequestro di persone": Christoph Homberger (tenore); per "Il Ratto dal Serraglio": Homberger, Angel

Regia: Herbert Wernicke

Scene: Herbert Wernicke

Costumi: Herbert Wernicke

Orchestra: Orchestra del Teatro La Fenice

Direttore: Johannes Harneit

Coro: Coro del Teatro La Fenice

Maestro Coro: Giovanni Andreoli

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