Non ha usato mezze misure Beppe De Tomasi nella sua lettura registica di questo Don Giovanni bussetano. Già nella sua sintetica introduzione, ospitata nel programma di sala, delinea in poche righe la sua posizione rispetto al capolavoro mozartiano, tratteggiando i personaggi come li vuole sul palcoscenico. Obbiettivo raggiunto: in tratti decisi, calati in un'ambientazione vagamente anni '50, si stagliano i vari caratteri, privati di sfumature ma chiari nel rappresentare il protagonista come impunito playboy – almeno fino al finale, chiaramente – Leporello suo alter ego "per necessità", Donna Anna sedotta e arrabbiata, Donna Elvira sedotta e recidiva, Don Ottavio giustiziere risoluto, Zerlina furbetta e un poco ninfomane, Masetto impacciato e sempliciotto come non mai e un Commendatore che appariva, più che un convitato di pietra, come un vero e proprio fantasma. Per ottenere tutto ciò il regista ha concentrato sul piccolo palcoscenico ogni riferimento possibile alla "realtà" del mondo di questo Don Giovanni, attraverso una gestualità erotica bonariamente esplicita, cene ordinate al telefono, pistole estratte come in un film di gangster, spiritosi spogliarelli, vasche da bagno con tanto di bollicine, avanti così fino alla fine, quando, sparito il libertino, gli altri si sono ritrovati in abiti settecenteschi (di Artemio, come quelli precedenti ispirati a Christian Dior) giusto per ribadire che, da sempre, "questo è il fin di chi fa mal". Il tutto incanstonato in scene (sempre di De Tomasi) varie e funzionali nel rievocare le ambientazioni nelle quali si snoda questo dramma giocoso, ma che, fin dall'inizio, racchiudevano Don Giovanni e il suo mondo in una cornice di marmo scuro e venato, proprio quello della tomba del Commendatore, divenuta infine del protagonista. I giovani interpreti, da par loro, hanno assecondato pienamente questa lettura, in un cast che, ad affiancare un versatile ed adeguato Simone Alberghini nel ruolo del titolo, il Leporello efficace di Andrea Patucelli e il Commendatore di Cesare Lana – ruoli fissi di questo allestimento – era costituito dagli allievi, differenti nelle varie date, dell'Accademia VerdiToscanini. In occasione della "prima" abbiamo seguito Stefania Spaggiari (Donna Anna), Sang Jun Lee (Don Ottavio), Hyun Hae Young (Donna Elvira), Dolores Carlucci (Zerlina) e Simone Zampietri (Masetto), tutti da citare per il palese impegno dimostrato. A guidare l'Orchestra della Fondazione Toscanini è stata chiamata la ventinovenne Xian Zhang, che ha portato a termine il compito, superate alcune imprecisioni ritmiche iniziali con il palcoscenico, con gesti perentori e tempi larghi in occasione delle principali arie del primo atto (valga per tutte il caso di "La ci darem la mano"). Un pubblico da "tutto esaurito", dopo aver applaudito a scena aperta i momenti solistici di maggior coinvolgimento, ha salutato con calore tutti gli artisti impegnati.
Note: Nuova produzione ? Progetto Giovani
Interpreti: Alberghini, Patucelli, Lana, Spaggiari/De Lorenzo/Mosca, Jun Lee, Hae Young, Carlucci/Scaciga Della Silva, Zampieri/Seok Lee
Regia: Beppe De Tomasi
Costumi: Artemio
Orchestra: Orchestra della Fondazione Toscanini
Direttore: Xian Zhang
Coro: Coro della Fondazione Toscanini
Maestro Coro: Gianluigi Giacomoni