Tutte le Adriane della storia
Sul palcoscenico del Teatro Comunale di Bologna Rosetta Cucchi propone un’Adriana Lecouvreur che supera i limiti del tempo
È la vicenda di tutte le “Adriane” della storia, quella che Rosetta Cucchi mette in scena al Teatro Comunale di Bologna fino al 20 novembre. Spettacolo prima annullato a causa del lockdown, poi trasformato in prodotto televisivo e trasmesso su Rai5, l’Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea è oggi offerto al pubblico in presenza nei suoi quattro atti, ognuno ambientato a cent’anni di distanza l’uno dall’altro. Rosetta Cucchi dimostra infatti come la trama sia attualissima e possa aderire a tutti i tempi: un’attrice che ama con passione, che soffre di un amore conteso con un’altra donna, che si ritorce nella gelosia, e che di quell’amore muore, assassinata dalla rivale. Sulla scena vediamo riverberare le anime di grandi stelle come Adriana stessa (attrice settecentesca realmente esistita) Sarah Bernhardt (che più volte ne interpretò il personaggio nella tragedia biografica di Eugène Scribe), Greta Garbo (diva “triste” del cinema muto), Catherine Deneuve (musa del cinema francese della Nouvelle Vague). È uno spettacolo visivamente bellissimo, con scenografie (di Tiziana Santi) e costumi (di Claudia Pernigotti) che caratterizzano perfettamente i relativi periodi storici e i personaggi.
Nel ruolo delle due donne che si contendono il conte Maurizio (un ineccepibile Luciano Ganci) vediamo sul palcoscenico Kristine Opolais (Adriana) e Veronica Simeoni (la principessa di Buillon), tanto elegante, infuocata l’una, quanto nobile, altera, perfida l’altra. Gianluca Sorrentino è perfetto nel ruolo dell’abate di Chazeuil, e nel rappresentarlo nell’attitudine subdola di un certo clero. Commuove poi Sergio Vitale, soprattutto nell’ultimo atto (nei panni del direttore di palcoscenico Michonnet, segretamente innamorato di Adriana e suo più fidato amico); Romano dal Zovo ben si presta a quelli del principe di Bouillon, così come gli interpreti dei “soci della Comédie-Française” Elena Borin (Mad.lla Juvenot), Aloisa Aisemberg (Mad.lla Dangeville), Luca Gallo (Quinault), Stefano Consolini (Poisson).
Per quanto l’organico dell’Orchestra del Teatro Comunale sia ridotto (per normative sanitarie), ciononostante la direzione di Asher Fisch si conferma in grado di restituire volumi, dinamiche e piglio drammatico.
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