Un motivo di interesse la nuova "Turandot" andata in scena allo Staatstheater di Darmstadt sicuramente ce l'ha, anche se curiosamente non se ne trova traccia né in locandina né nel programma di sala: la possibilità di ascoltare il finale composto da Alfano sulla base degli abbozzi pucciniani, senza i bruschi tagli normalmente imposti dalla tradizione toscaniniana e quindi di farsene un'idea più equilibrata nonché di apprezzare qualche finezza strumentale che spesso sfugge nella concitazione dello scioglimento dell'ultimo enigma e dell'happy ending. Concitato è comunque l'andamento che il direttore Meister impone all'esecuzione musicale: poco incline a mollezze sentimentali, Meister preferisce toni e colori decisi, mettendo piuttosto in rilievo gli elementi di modernità presenti nell'ultima partitura pucciniana. La preziosa strumentazione ha un bel risalto anche grazie ad un'orchestra in grande forma, che rappresenta il vero punto di forza dello spettacolo. Come spesso accade nei teatri del circuito minore, parlar male di qualche singolo interprete sarebbe fare torto ad un lavoro che è in primo luogo collettivo e come tale va giudicato. Ciò detto, la compagnia offre nel complesso una prova discreta, con due protagonisti sicuri in Gerstenberger e Zurabishvili. Contro una tradizione fatta di opulente cineserie e gestualità ieratiche, John Dew sfodera il suo tradizionale grande mestiere per un lavoro che è soprattutto fatto di movimenti e gesti nella cornice spoglia ma funzionale della scena lineare di Heinz Balthes, una scatola con pareti e pavimento mobilissimi sotto un cielo fitto di lampadine. Spettacolo molto animato, quasi clownesco nella prima parte, ma piuttosto banale nel realistico conflitto fra sessi del finale. Caldo successo, con qualche buh al team registico.
Note: Altre rappresentazioni: 19, 26 giugno, 9 luglio. Ripresa nella stagione 2009/10: 12, 19 settembre e 3 ottobre.
Interpreti: Katrin Gerstenberger (Turandot), Markus Durst (Altoum), Thomas Mehnert (Timur), Zurab Zurabishvili (Calaf), Susanne Serfling (Liù), David Pichlmaier (Ping), Lucian Krasznec (Pong), Sven Ehrke (Pang), Oleksandr Prytolyuk (Un mandarino), Aki Hashimoto, Niina Keitel (due ancelle)
Regia: John Dew
Scene: Heinz Balthes
Costumi: José-Manuel Vázquez
Coreografo: Anthoula Papadakis
Orchestra: Staatsorchester Darmstadt
Direttore: Martin Lukas Meister
Coro: Chor und Kinderchor des Staatstheaters Darmstadt
Maestro Coro: André Weiss