Signori, vi presento il cornetto!

Al Bologna Festival un seducente concerto del cornettista Bruce Dickey, con il soprano Hana Blažíková

Foto di Roberto Serra
Foto di Roberto Serra
Recensione
classica
Oratorio di San Filippo Neri, Bologna
Breathtaking
17 Settembre 2020

Fra i tanti strumenti musicali recuperati dalle prassi esecutive antiche, il cornetto è forse il più intrigante, perché privo di un vero discendente moderno. Aerofono in legno (semplice tubo sagomato con fori, ricoperto di pelle), quanto mai scomodo da suonare per la posizione innaturale richiesta alle mani, vanta un effetto sonoro multiforme, secondo la tonalità d’intaglio e l’estensione utilizzata: intimo e morbido al grave, come le varie famiglie dei legni, estroverso e squillante in acuto, portato a confondersi con la tromba piccola, ma senza le limitazioni nella scala tipiche degli ottoni naturali. Per Girolamo Della Casa era lo strumento migliore a imitar la voce; altri ne sottolineavano il carattere timbrico quasi lascivo.

Un intero mondo sonoro si nasconde, insomma, dietro questo strumento principe del Rinascimento e del primo Barocco, che da qualche decennio è tornato nelle sale da concerto, dopo tre secoli di assoluto silenzio e oblio. Bruce Dickey è stato certo uno dei più attivi pionieri nella sua rinascita e rilancio a livello mondiale, attivamente impegnato anche sul piano didattico per formare nuovi esecutori. Pulizia del suono, nettezza negli attacchi, padroneggiamento dell’insidiosa intonazione sono i suoi punti di forza, evidenti al primo ascolto. E con l’alternanza di tre diversi strumenti ha fornito anche una prova dell’intera gamma dei colori sonori.

Ma il godimento è stato più che raddoppiato dalla presenza al suo fianco del soprano Hana Blažíková, voce acuta di stupefacente bellezza e perfezione tecnica, in completa simbiosi timbrica con il suono del cornetto, resa ancor più evidente dalla natura dei brani proposti (Corradini, Trombetti, Cavalli, Merula, Scarlatti padre), tutti basati sugli intrecci melodici e le continue imitazioni fra le due parti. Suo vertice espressivo sono state le messe di voce nelle note acute e la resa dei sofferti cromatismi firmati da Sigismondo d’India.

A sostenere il basso continuo, Guido Morini (organo e clavicembalo) e Mieneke van der Velden (viola da gamba) completavano con onore il piccolo ensemble strumentale.

In perfetta linea con i percorsi tematici del cartellone “Il Nuovo - L’Antico” in cui il concerto si inseriva e con l’aspetto dell’Oratorio di San Filippo Neri che l’ospitava (dove gli stucchi barocchi si affiancano al cemento armato postbellico), completavano il programma due suggestive composizioni recentissime, del britannico Ivan Moody e della greca Calliope Tsoupaki, tanto più preziose perché di voce e di cornetto sapevano sfruttare le modalità esecutive idiomatiche, in perfetta linea con la tradizione storica, anziché forzarne le possibilità naturali, come troppa musica d’avanguardia ha fatto per vocazione nel secolo passato.

Breathtaking (mozzafiato) è il titolo che gli esecutori hanno voluto dare al concerto: lo stupore iniziale ha lasciato man mano il posto a un senso d’incantesimo sonoro, da cui lasciarsi rapire senza inibizione alcuna. Chi più lascivo e suadente? La voce o il cornetto?

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