A Salisburgo risuona il "Prometeo"

Nono apre il ciclo "Der Fünfte Kontinent"

Recensione
classica
Salzburger Festspiele Salisburgo
30 Luglio 2011
"Prometeo, tragedia dell'ascolto" è stata allestita nella barocca Kollegienkirche a diciotto anni di distanza dall’ultima esecuzione salisburghese. In una lettera a Renzo Piano Nono così la definisce: «Non opera / non regista / non scenografo / non personaggi tradizionali / ma drammaturgia-tragedia con suoni mobili che / leggono scoprono / svuotano riempiono lo spazio». Nella chiesa solisti, musicisti, direttore e coro sono disposti lungo il perimetro su impalcature di diversa altezza (notava Nono che nelle chiese le cantorie e gli organi sono sempre a mezza altezza, mai sul pavimento, una pratica concertistica antiacustica attuale). Da quando il "Prometeo" deve far a meno della struttura di Piano, ideata per la prima veneziana del 1984, l’allestimento va rimodellato sulle peculiarità del luogo dell’esecuzione; la fruizione sarà dunque, ogni volta, unica. Prometeo non ci racconta una storia in musica: il libretto di Cacciari, costituito da testi in greco, italiano, tedesco, si dissolve nel suono. La composizione è in nove parti, ognuna con un diverso organico; vi è una eco dei cori battenti di San Marco: «a sonar e cantar» è scritto in partitura, un riferimento a Andrea e Giovanni Gabrieli; pure la “nuova” realtà microtonale ha per Nono radici nell’antichità (per es. nei canti sinagogali). Elementi centrali sono il timbro e lo spazio, insieme alla trasformazione con il live electronics delle voci e degli strumenti. È visibile lo sforzo richiesto agli interpreti per produrre il suono mobile con la voce e con gli strumenti. Gli ascoltatori seduti nella navata sono letteralmente circondati dall’opera. Metzmacher è lo specialista indiscusso del repertorio, i cantanti solisti brillano per tecnica e bravura, la Schola Heidelberg ha suono cristallino e intonazione celestiale.

Note: Una produzione del Salzburger Festspiele in collaborazione col Musikfest Berlin. Photo copyright: Silvia Lelli

Interpreti: Soprani: Cyndia Sieden / Monika Bair-Ivenz. Contralti: Susanne Otto / Noa Frenkel. Tenore: Hubert Mayer. Voci recitanti: Caroline Chaniolleau / Mathias Jung.

Regia: del suono: André Richard

Orchestra: Ensemble Modern, Experimentalstudio Freiburg des SWR

Direttore: Ingo Metzmacher, primo direttore, Matilda Hofman, secondo direttore

Coro: Schola Heidelberg

Maestro Coro: Walter Nußbaum

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