Rob Mazurek con vista Adriatico
São Paulo Underground apre la stazione di Lupo 340 a Milano Marittima, organizzata da Area Sismica
Inaugurazione col botto per la nuova idea partorita dalle menti vulcaniche dello staff di Area Sismica.
Lupo 340 è l’ultimo stabilimento balneare sul litorale di Milano Marittima al confine con Lido di Savio, nel ravennate, con una programmazione di concerti, talk, ascolti guidati e presentazioni di libri di altissimo profilo, che porterà artisti di caratura internazionale su un palco con vista su un classico hotel brutalista in perfetto stile Adriatico vintage. Sembra utopia, invece è realtà.
Per questa occasione speciale il concerto non poteva che essere speciale: São Paulo Underground, la creatura brasiliana di Rob Mazurek, Guilherme Granado e Mauricio Takara. Assente da qualche tempo dai palchi, il trio – che presto dovrebbe pubblicare un nuovo disco, a seguire Saturno Mágico del 2021, ep in coabitazione con il duo Tupperware, e Cantos Invisíveis su Cuneiform del 2016 – è in gran forma.
Una scintilla percussiva accende da subito il live: “Lupo, Lupo, Lupo”, declama Mazurek , come il sacerdote che officia un rituale dionisiaco. Poi lampi free di cornetta, orgiastici ritmi brasiliani e i suoni ruvidi e incalzanti delle tastiere di Granado: i suoi synth, all’apparenza polverosi, da negozio vintage, sono il motore ritmico del suono dei São Paulo Underground. Riff come fossero di basso che pescano a piene mani nello sterminato fiume del folklore brasiliano, distorsioni che rendono ispide melodie che in realtà custodiscono un nitore sempre cantabile. Una pulsazione travolgente e tutta da ballare, e qualcuno accenna in effetti a muoversi ai lati e nelle retrovie.
Se in altre formazioni del musicista chicagoano è una dimensione psichedelica a stabilire prevalentemente i confini dell’esperienza (Exploding Star Orchestra) qui l’accento viene messo sulla dimensione del groove: mobile, swingante, denso della pronuncia propria dei brasiliani in musica, sempre un po’ spostata rispetto all’atteso punto di caduta del beat. Mazurek, come già nelle altre formazioni con suffisso Underground, lascia ampio spazio ai suoi sodali: interviene puntuale con affilate linee di cornetta e con azzeccate incursioni vocali che restituiscono pienamente quel senso di comunione che in maniera palpabile il leader vuole far passare. “We are all from somewhere else” si intitolava il primo disco della Exploding e tutte le esibizioni della galassia Mazurek cui il cronista ha avuto modo di assistere hanno sempre lasciato il senso di un’impronta poetica che si avvicina a quella ultraterrena di Sun Ra. Space is the place.
In questo caso il mood complessivo è meno cosmico e più terrigno, ma il risultato, tra frenesie ritmiche e ombre di Don Cherry, post rock tropicale e psichedelia tribale, funziona a meraviglia. Il live finisce con un tripudio di percussioni e un canto collettivo al cospetto di un pubblico numeroso e entusiasta; il rito è finito, andate in pace. Musica balsamica.
La programmazione di Lupo 340 continua per tutta l’estate: tra le tante cose notevoli in arrivo, ci limitiamo a segnalare James Brandon Lewis, Ghosted, Ceramic Dog, Ben Lamar Gay. Il resto lo potete consultare qui.
Ci vediamo in spiaggia.
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