Rigoletto da concorso
Torino: firmato da un team di giovani al debutto nell'opera
Recensione
classica
Ad apertura di sipario, mentre risuonano le note del preludio, il succo drammatico del Rigoletto è già tutto nella corsa disperata di una ragazza con i lunghi capelli sciolti, inseguita da tipacci notturni e mascherati, afferrata, strattonata, e infine gettata ai piedi di una trista figura di potente assiso in trono, che allunga una mano in una carezza metà rassicurante e metà lasciva. Metafora trasparente che ben riassume in termini visivi il motto scelto dagli autori per definire il loro allestimento: Le Roi s’amuse appunto, come nell’originale di Hugo e come nelle intenzioni modernissime e niente affatto pacificatorie di Verdi e Piave.
L'équipe formata da Fabio Banfo alla regia, Luca Ghirardosi capo progetto e scenografo, Valentina Caspani costumista, con le assistenti Claudia Brambilla, Elena Rossi e Chiara Marchetti è risultata vincitrice del concorso internazionale indetto dal Regio con un progetto semplice e coerente, che molto si affida alla forza pura della musica.
La corte di Mantova appare evocata da una serie di grandi armadi aperti che formano un fondale di quinte argentate – ma è un argento brunito e consumato, di un lusso già vecchio e in decadenza, e anche i costumi che i personaggi indossano sono sfarzosi e insieme sbiaditi, come fotografie passate nel seppia. Una volta chiusi, gli stessi elementi suggeriscono il rifugio di Gilda e nel terzo atto il localaccio di Sparafucile e Maddalena. L’idea è efficace, i cantanti giovani e tutti con il fisico del ruolo (le voci meno, però), eppure lo spettacolo non decolla, almeno per tutto il primo atto. Una certa staticità sulla scena, con pochi e stracchi movimenti sia per i solisti sia per il coro, la concertazione pasticciata del direttore Fournillier, che a più riprese è parso in difficoltà nel coordinare il palco con la buca, e le prestazioni non esaltanti dei protagonisti, andate comunque in crescendo nel corso della serata, suggeriscono la necessità di qualche messa a punto, come del resto non mancherà di avvenire per uno spettacolo che debutta oggi ma con la prospettiva di una lunga vita in repertorio.
Interpreti: Franco Vassallo, Irina Lungu, Gianluca Terranova
Regia: Fabio Banfo
Scene: Luca Ghirardosi
Costumi: Valentina Caspani
Orchestra: Orchestra del Teatro Regio
Direttore: Patrick Fournillier
Coro: Coro del Teatro Regio
Maestro Coro: Claudio Fenoglio
Luci: Fabio Banfo
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A Roma, prima con i complessi di Santa Cecilia, poi con Vokalensemble Kölner Dom e Concerto Köln