Rigoletto al Luna Park

Allo Sferisterio di Macerata dirige Bernacer

Rigoletto (Foto Simoncini)
Rigoletto (Foto Simoncini)
Recensione
classica
Macerata, Arena Sferisterio
Rigoletto
18 Luglio 2025 - 10 Agosto 2025

Ambientato in un luna park abbandonato, tra prostitute e piccoli delinquenti al servizio di un duca-boss malavitoso e donnaiolo, Rigoletto è stato riproposto sul palcoscenico dello Sferisterio di Macerata nel fortunato allestimento del 2015, a firma di Federico Grazzini, ripreso sempre a Macerata anche nel 2019. 

Una trasposizione in epoca contemporanea che non ha stravolto l’opera ma che è risultata comunque coerente con la drammaturgia di Verdi-Piave: la scenografia di Andrea Belli, che prevedeva una vecchia roulotte come abitazione del clown Rigoletto e di Gilda e un furgone malmesso per il bibitaro Sparafucile, e i costumi di Valeria Donata Bettella hanno creato una ambientazione  segnata dal degrado  e dallo squallore, calcando sulla violenza e il cinismo della vicenda ed eliminando i fasti della corte. Sullo sfondo, fisso,  l’ingresso   del luna park dismesso  sormontato dal ghigno di   un iconico mascherone,  a simboleggiare la doppiezza dei personaggi della storia, su cui si staglia la purezza di Gilda, in abitino bianco, e il destino  sempre a favore dei malvagi.   Le luci erano di Alessandro Verazzi, riprese da Ludovico Gobbi. 

Apprezzabile il cast vocale, con Damiano Salerno, che avrebbe dovuto sostituire Nikolz Lagvilava, indisposto, solo nell’ultima recita , nelle vesti del protagonista. Salerno è stato un Rigoletto intenso e drammatico,  incarnando la complessa personalità dell’uomo con espressività mutevole  ed emissione vocale  sempre corretta.  Il Duca di Ivan Magrì dopo un primo atto un po’ insicuro ha acquistato autorevolezza  nel secondo e terzo, sostenendo la parte con voce piena e di bel timbro, solo un po’ scomposta in qualche nota acuta. Buona anche l’interpretazione di Ruth Iniesta, voce conosciuta allo Sferisterio, in una  Gilda adolescenziale e sognante. 

Nel cast è spiccata la voce tonante, davvero pregevole, di Alberto Comes in Monterone, quella corposa e solida di Giacomo Medici in Marullo, molto bravo anche attorialmente, e Luca Park in Sparafucile, a coronare  un gruppo di voci scure di tutto rispetto. Debole invece Carlotta Vichi in Maddalena: specie nel  quartetto, nel contrappunto con gli altri  interpreti, la sua parte risultava nascosta. 

Hanno completato il cast Aleksandra Meteleva in Giovanna e  nella  contessa di Ceprano, Francesco Pittari in Matteo  Borsa, Tong Liunel Conte di Ceprano   e Laura Esposito come paggio

Una nota di merito al Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”, preparato da Christian Starinieri, che ha dato una prova davvero eccellente in quanto a precisione ritmica e varietà nelle escursioni dinamiche, oltre che come presenza scenica.

La direzione di Jordi Bernàcer alla guida della FORM-Orchestra Filarmonica Marchigiana è stata efficace, con tempi staccati e nervosi nelle cabalette e nelle sezioni di andamento più vivace , e delicatezza di suono nei momenti lirici, cercando sempre un equilibrato impasto tra buca e palcoscenico. 

Lo spettacolo, che ha attirato un pubblico internazionale,  ha avuto buon successo, con l’unico neo della lieve pioggia che ha creato una interruzione di qualche minuto. 

 

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