Ricordando Rota

Gli Archi di Santa Cecilia per la Scarlatti

Recensione
classica
Associazione Scarlatti Napoli
21 Ottobre 2015
Gli Archi di Santa Cecilia, da anni sotto la guida di Antonio Pappano, che fa sinfonica a Roma e lirica a Londra, ennesimo valore della scuola sinfonica italiana, hanno inaugurato la nuova stagione dell'associazione Alessandro Scarlatti di Napoli con il Concerto per archi (1967) di Nino Rota e le Serenate di Antonín Dvořák op. 22 (1875) e di Piotr Ilič Čaikovskij op.48 (1880). Sul podio come direttore il violoncellista della stessa compagine Luigi Piovano, alla loro guida in questa formazione ormai stabilmente. Gli archi quando fluidi, compatti, rigorosamente leggeri e, non meno importante, di intonazione impeccabile incarnano il suono emblema dei codici espressivi della tradizione occidentale. Piovano contribuisce alla riuscita di ciò con una concertazione molto agile e ben lavorata di braccio, sia in velocità sia in movimenti più moderati. Ci racconta un Rota inaspettato, anche sotto il profilo stilistico. Perché qui il carattere è tutt'altro che descrittivo come nelle musiche per film ma sinfonico. Rota è vissuto tutto d'un fiato dal Preludio ben fraseggiato con le arcate, allo Scherzo danzante dall'aria dolce e raffinata, fino al Finale in virtuosa velocità. Ecco quindi gli strumenti ben pronti e caldi per serenate di allusioni notturne, ricordi del passato e suggestive rêverie. Perfetto il cambiamento di suono con il nuovo compositore. Il Moderato della Serenata di Dvořák che inizia sul dialogo del primo tema tra primi e secondi violini era una lezione sul dirigere con ogni segno di battuta, con le arcate che diventano spazio, i timbri come vento morbido, la quinta finale si-mi enunciata come un approdo, e contenente già tutta l'estetica espressiva occidentale. Compatto il famoso Valzer seguente, Scherzo e Trio sui nervi si contrastavano in andamento. Il Larghetto, caratterizzato da una lirica melodia era delicato nel suono, ambizioso nella ricerca timbrica, sfocia in un finale e coda conclusiva di grandi dinamiche - il forte ed il piano certo non mancavano. Ma non basta. Il gruppo suonava quasi da sé a volte, alcuni per sezioni eccedevano nel vibrato, in particolare i violini, ed il tutto risultava meno equilibrato. L'energia che poi trasmette Piovano al piccolo ensemble di Santa Cecilia fa sì che il Valzer e l'Elegia della Serenata di Čaikovskij siano un respiro di grazie, ora impalpabili ora concrete e sempre più romantiche. Se fosse vissuto ai tempi di Rota di sicuro Čaikovskij avrebbe fatto musica per il cinema. Chiudono il concerto con "Romeo e Giulietta" Zeffirelli-Rota, finalmente gli archi in pura liricità, ed infine a sorpresa un commovente omaggio Troisi-Daniele, "Quando". Missione ancora compiuta all'auditorium di Castel Sant'Elmo per un inizio curato nei dettagli. Ma la Scarlatti punta sempre in alto.

Orchestra: Gli Archi di Santa Cecilia

Direttore: Luigi Piovano

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