Plaid onirico
La decima edizione del festival elettronico Club to Club a Torino
Recensione
oltre
Possiamo dire che la decima volta di Club to Club, a Torino, il posto migliore in Italia per sentire la migliore musica elettronica da dancefloor e da ascolto con il romano Dissonanze, è cominciata ieri alle 21.59. Vero, in realtà al Teatro Carignano ci siamo seduti alle 21, per l’opening night con il duo londinese Plaid accompagnato dai londinesi Southbank Gamelan Players. Ma il primo pezzo è un tradizionale pezzo per gamelan indonesiano, suonato da educati giovanotti e graziose biondine. Il secondo anche, il terzo è una nuova composizione contemporanea per gamelan di un indonesiano, Rahayu Supanggah. E i Plaid non arrivano. Rilassante. «Dormiente» mormora ironicamente il miglior critico pop italiano seduto dalle mie parti. Ipnotico, sì. Poi Andy Turner e Ed Handley entrano e si siedono davanti ai loro Apple, anche loro accovacciati, e partono le basi elettroniche. Dapprima banali, deludenti. Poi comincia Club to Club. Ovvero, questo progetto comincia a farsi sentire: i loop sintetizzati dialogano persuasivamente con le armonie liquide e le poliritmie dissonanti di una musica che aveva affascinato 40 anni fa Philip Glass e Steve Reich, facendo nascere il minimalismo occidentale. I martelli indonesiani picchiano sulle lamelle metalliche indonesiane. I beat sintetizzati picchiano dai software elettronici, e si procede per un’altra ora. Molti si svegliano.
Ormai si è in pista (anche da ballo al Motor Village Fiat da ieri notte). Stanotte beato invece chi non dorme, all’Hiroshima Mon Amour con Caribou e Four Tet, che comunque psichedelici e ipnotici sono. O con Jeff Mills al vecchio caro vascone della discoteca Supermarket. Nei camerini, dopo il concerto, Andy Turner e i suoi gamelan players londinesissimi festeggiano con una buona torta al cioccolato torinese, e ce la offrono: non si perdono i must del local. Molto contento della splendida venue, Andy: suonare al Carignano, per una volta senza far ballare e sballare! Ma da stanotte chi si assopisce è perduto: di poltrone per poltroni non ce ne sono più.
Ormai si è in pista (anche da ballo al Motor Village Fiat da ieri notte). Stanotte beato invece chi non dorme, all’Hiroshima Mon Amour con Caribou e Four Tet, che comunque psichedelici e ipnotici sono. O con Jeff Mills al vecchio caro vascone della discoteca Supermarket. Nei camerini, dopo il concerto, Andy Turner e i suoi gamelan players londinesissimi festeggiano con una buona torta al cioccolato torinese, e ce la offrono: non si perdono i must del local. Molto contento della splendida venue, Andy: suonare al Carignano, per una volta senza far ballare e sballare! Ma da stanotte chi si assopisce è perduto: di poltrone per poltroni non ce ne sono più.
Plaid featuring the South Bank Gamelan from Ben Dowden on Vimeo.
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