Pianisti a credito (formativo)
Con quale criterio si scelgono i crediti nel piano di studi?
Recensione
classica
In un Conservatorio italiano, che non cito perchè non ha importanza quale sia, il piano di studi del triennio di pianoforte prevede Esercitazioni Orchestrali. Assieme ad altre materie, più o meno interessanti, essa forma il percorso didattico di un aspirante concertista. Per un errore pare che la materia fosse stata esclusa dalla griglia dei crediti, refuso tempestivamente corretto da chi di dovere. Ma intanto si era scatenato il furore didattico di alcuni docenti giustamente preoccupati: (cito testualmente)“ Come si può pensare che un pianista non sappia cosa significhi stare in orchestra, e non conosca almeno come il direttore batte il tempo, dà un attacco o prepara una cadenza?” Temo che affidare ad un corso di esercitazioni orchestrali una responsabilità così alta sia paradossale. Ma, mi chiedo, come abbiamo fatto per secoli a suonare con l'orchestra? Davvero per capire che è arrivato il momento della cadenza abbiamo bisogno di imbottirci di crediti formativi? Più prosaicamente basta familiarizzare con l' accordo di quarta e sesta, o no? Poi, è vero, nel concerto di Maderna l'accordo di quarta e sesta non c'è. E non è il solo concerto. E allora istituiamo la materia: "Cadenze di concerti per pianoforte e orchestra precedute da un accordo dissonante". Non sarebbe male; vale almeno 3 crediti formativi.
Appartengo ormai alla vecchia guardia, avendo 44 anni suonati, e penso che trienni e bienni (almeno nella loro concezione italiota) non abbiamo aumentato di una virgola il tasso di competenza e di professionalità dei nostri giovani pianisti. Anzi.
La differenza continua a farla la qualità individuale dei docenti. Quanto a imparare come il direttore batte il tempo, lì davvero non basta un piano quinquennale. La gestualità di ognuno è differente, e - tanto per fare un esempio - se suoni con un direttore di vecchia scuola tedesca, devi aspettare un bel po', dal gesto del battere alla produzione del suono. Queste cose di solito si imparano col tempo, con l'esperienza e dai propri errori, semplicemente facendo musica. E senza crediti formativi
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