Penderecki a Pordenone per ricordare in musica

Il compositore al Teatro Verdi per la Giornata della Memoria con un programma sul Novecento polacco

Penderecki a Pordenone per ricordare in musica
Recensione
classica
Teatro Verdi, Pordenone
Krzysztof Penderecki
27 Gennaio 2018

La celebrazione della Giornata della Memoria diviene, per il Teatro Giuseppe Verdi, l’occasione di accogliere a Pordenone il compositore Krzysztof Penderecki durante la sua unica data italiana, protagonista di un concerto capace di schiudersi in uno sguardo al repertorio novecentesco polacco, con un programma su opere di raro ascolto e dal profondo valore simbolico (abbiamo incontrato il compositore per un'intervista: la trovate qui).

Risuona così il Concerto per pianoforte e orchestra op. 25 di Viktor Ullmann, compositore deportato nei campi di concentramento di Terezin e Auschwitz dopo una brillante carriera musicale avviata dagli insegnamenti di Schönberg e Zemlinsky, e il Concerto per violoncello e orchestra op. 43 di Mieczyslaw Weinberg, musicista scampato per puro caso alle persecuzioni razziali dopo essere fuggito nella Russia di Šostakovič. Sono questi i principali riferimenti musicali che queste due opere emanano, confermati poi nel fuori programma dei solisti Marek Szlerzer, un Preludio pianistico del compositore russo, e di Jan Kalinowski, cimentatosi in uno dei molti brani per violoncello ispirati a Penderecki dall’amico Rostropovich, destinatario del Concerto di Weinberg.

Dalla platea al podio, Penderecki si alterna al suo assistente Maciej Tworek​ nella seconda parte del programma, per dirigere la sua Quarta Sinfonia. Innanzi al suo assetto risoluto persino l’Orchestra Sinfonietta Cracovia sembra aver acquisito concentrazione maggiore sin dai primi accordi del suo incedere poderoso. Una serie di raffinati intrecci cameristici ne prendono inaspettatamente il posto in un’alternanza di passi animati ad altri più contemplativi, tesi a confluire in un flusso sonoro racchiuso in un unico ampio respiro. La spazializzazione delle fonti acustiche all’interno della sala e l’affascinante processo di nebulizzazione sonora della parte centrale, rappresentano i più alti picchi raggiunti in termini di coinvolgimento, in una serata capace di suscitare largo entusiasmo da parte del pubblico accorso numeroso all’evento.

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Al Teatro Sociale di Rovigo va in scena La voix humaine e a Padova l’OPV propone L’histoire de Babar

classica

A Santa Cecilia, all’Opera e al Teatro Olimpico tre diverse edizioni del balletto di Čajkovskij

classica

A Piacenza la stagione d’opera si apre con successo con una Madama Butterfly dall’efficace segno musicale