Otello sul ring

Il nuovo Otello della Staatsoper sembra disomogeneo, un mosaico di diversi pezzi che faticano a collimare. Il problema principale è che l'asciutta e incisiva lettura registica della Mielitz avrebbe richiesto interpreti con maggiori capacità drammatiche. Ma la produzione sta in piedi grazie alla lettura musicale di Daniele Gatti, dotata di una forza coesiva che accompagna cantanti e pubblico facendo dimenticare i problemi appena enunciati.

Recensione
classica
Staatsoper Vienna
Giuseppe Verdi
25 Ottobre 2006
Al centro della scena, scarna e stilizzata come d'abitudine nelle regie di Christine Mielitz, c'è una costruzione che ricorda un ring di pugilato, dove dovrebbe svolgersi – presumiamo – la battaglia di intrighi e gelosia che caratterizza quest'opera. I conflitti tra i personaggi si sarebbero dovuti stagliare in questa cornice minimalistica, aiutati da giochi di luce contrastanti e abiti in tinte monocrome bianche e nere, e bilanciati dal mirato utilizzo di masse corali, con una presenza scenica dinamica e invasiva che d'istinto associamo ad alcune memorabili immagini del film Metropolis di Fritz Lang. Gli interpreti, tuttavia, non sembrano trovarsi a loro agio in questo habitat che avrebbe richiesto capacità drammatiche e attorali ben diverse. L'Otello di Botha è ineccepibile da un punto di vista vocale e tecnico, ma il personaggio non prende mai vita. La Stoyanova, invece, si rivela una Desdemona struggente e avvincente con un timbro delicato e penetrante che regala numerosi momenti di intensità. Struckmann parte con molte sbavature, ma assume poi carattere e sicurezza. Gatti a capo dell'organico orchestrale è, a ragione, il più acclamato. Alcune imperfezioni dell'orchestra si sentono e fanno male, ma questo può succedere ed è spesso inevitabile. Gatti dirige a memoria con ricchezza di dettagli e sfumature. La partitura diventa un immenso arco drammatico che sfrutta in modo estremo tutta la paletta timbrica e dinamica dell'organico orchestrale e trova il suo completamento organico solo alla fine dell'esecuzione. Quello che maggiormente colpisce è il modo in cui Gatti asseconda e interagisce con la scena accompagnando i cantanti con continua attenzione all'equilibrio totale. E questo, alla fine, è ciò che salva e tiene assieme l'intero allestimento.

Interpreti: Otello: Johan Botha; Jago: Falk Struckmann; Cassio: Ho-yoon Chung; Roderigo: Cosmin Ifrim; Lodovico: Ain Anger; Montano: Vladimir Moroz; Desdemona: Krassimira Stoyanova; Emilia: Janina Baechle

Regia: Christine Mielitz

Direttore: Daniele Gatti

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